Romanzo tra i più struggenti e appassionati che abbia mai letto, realisticamente drammatico, ribelle, anticonformista, romantico e decisamente autobiografico.
Completamente calato nella realtà politica, sociale e culturale dell’Italia dell’epoca (ultimi anni del ’700) è l’opera che Foscolo ci descrive come scritta col suo sangue, cosciente che non ne scriverà mai più così: “Posso dire di averla scritta con il mio sangue” (U. Foscolo, Lettera alla Fagnani Arese), sapendo di aver lasciato in questo romanzo epistolare un’impronta profonda del suo essere, delle sue passioni, dello “Spirto guerrier che entro mi rugge”(“Alla Sera” v. 14 ).
Così lo stesso autore ci rivela ciò che a un lettore attento non può sfuggire, che Jacopo Ortis è il suo alter ego letterario, più infelice se possibile, ma certamente più sfortunato.
La finzione letteraria dell’amico (Lorenzo Alderani) che raccoglie le lettere del protagonista e le pubblica, per mostrare al mondo la sofferenza e la grandezza di un animo così appassionato, dà a tutta la vicenda, se ce ne fosse bisogno, un tocco di credibilità e verità, portando il lettore stesso a immedesimarsi nel personaggio, creando quell’incredibile trasposizione che ci porta a vivere fino in fondo le sue vicissitudini e che ci fa percepire il romanzo come assolutamente nostro, un classico, qualcosa di eterno, che vive oltre il tempo e lo spazio.
È proprio il capolavoro di un Romanticismo che è passato certamente, ma rivive in noi, uomini e donne contemporanei, ci parla di passione, di ideali, di ribellione, di rifiuto e profondo disprezzo delle regole che impone un certo perbenismo borghese, di politica, di amore. Ci parla, e questa è la cosa più importante.
Tocca le nostre corde più intime, ancestrali, ricordandoci che l’uomo è uomo proprio perché è capace di credere in certi valori e viverli fino in fondo, fino alla morte se necessario.
“E intanto fugge questo reo tempo…”,(“Alla Sera”, vv. 10-11), come sono ancora tragicamente attuali e veri questi versi del Foscolo, in un tempo in cui scompaiono ideali e ideologie, ma il nostro autore, grazie anche a un personaggio come Jacopo Ortis ci invita e ci sprona a riscoprire dentro di noi quello spirito guerriero che non deve mai arrendersi.