Ho amato molto “La lunga vita di Marianna Ucrìa”, romanzo a sfondo storico di una delle più famose scrittrici italiane contemporanee.
La vicenda si svolge in Sicilia, tra Palermo e Bagheria, nel 700, secolo illuminista, pieno di rivolgimenti, cambiamenti e fermenti culturali.
La Sicilia del tempo è però lontana da tutto ciò, calma e immobile continua la sua vita di sempre. Il romanzo ci trasmette i colori, le atmosfere, i sapori, i profumi, la pigrizia e la rassegnazione di una terra e di una società che perpetua se stessa sempre uguale nel tempo.
Una terra affascinante sicuramente, la natura, la cultura, le dominazioni, chi conosce la Sicilia lo sa come può essere ammaliante e coinvolgente, in questo romanzo riusciamo ad assaporarla pienamente, ad amarla, nonostante i problemi e le contraddizioni.
Marianna nasce in una delle più nobili famiglie del tempo, nasce femmina e ciò, in quell’epoca e in quell’ambiente, determina in modo inesorabile il suo destino. Per di più è sorda e muta, in una società dove le figlie femmine sono destinate a matrimoni precoci e a “figliare, figliare, figliare”, il destino di quella povera bambina sembra segnato e, a dir poco, oscuro.
Il problema da risolvere è trovarle un marito, chi potrebbe mai essere interessato a una bambina con un grave handicap? La soluzione potrebbe essere rinchiuderla in un convento? Nemmeno per idea, perché anche per entrare in convento bisogna elargire una cospicua dote, e la famiglia, evidentemente, non intende privarsi di beni per quella figlia, togliendoli agli altri. La soluzione c’è ed è dare in sposa la piccola Marianna a uno zio molto più grande di lei. Così la nostra protagonista si ritrova sposata a soli tredici anni, contro la sua volontà.
Il destino si accanisce contro di lei, anche se situazioni del genere all’epoca erano molto frequenti, ma lei non soccombe. Marianna è una donna intelligente e piena di vita, non si arrende a una vita che non ha desiderato. È intelligente e istruita, la fortuna di appartenere a una famiglia nobile, ama leggere, attività in realtà vista con sospetto da tutti quelli che le stanno vicino, infatti non attira simpatie “una donna che ama leggere”, e comunica con famiglia e conoscenti attraverso bigliettini scritti. Avrà dei figli, come ci si aspetta da una buona moglie, soprattutto l’agognato figlio maschio tanto desiderato dall’anziano marito, che arriverà finalmente dopo ben tre femmine, sarà moglie, madre, ma ciò non le impedirà di continuare a coltivare i suoi interessi, le relazioni d’amicizia e perfino d’amore.
Il romanzo ci racconta una storia di sottomissione e sofferenza, così attuale purtroppo ancora in molte parti del nostro mondo, ma anche di riscatto e determinazione, ci fa conoscere una splendida figura di donna, è molto difficile non amarla.