Quella di queste settimane è, a tutti gli effetti, la quarantena delle saghe: Mediaset ha colto al volo la ghiotta occasione di intrattenere migliaia di giovani tappati in casa per alzare lo share. Dopo Harry Potter e Animali Fantastici (di cui sono stati acquistati in fretta e furia i diritti del secondo capitolo), Mediaset rilancia con un altro ciclo caro agli ex adolescenti dei primi anni Duemila: la saga di Twilight, tratta dai romanzi di Stephenie Meyer, che comprende cinque film ambientati in una cittadina spettrale nella penisola di Washington, nella quale, per puro caso, si sono concentrati vampiri e licantropi.
È vero che la quarantena stretta è quasi finita, ma fate ancora in tempo a seguire l’appuntamento del venerdì su Italia Uno e a leggere (o rileggere) tutta la saga, dal primo al quarto volume. Non vergognatevi se qualcuno alza il sopracciglio con evidente disprezzo di fronte alle vostre letture: da che mondo è mondo, non si vive di solo Leopardi e questa è una saga che si lascia leggere, con punti di forza e debolezza.
1 – Marrone anonimo
La protagonista, Bella Swan, è quanto di più antieroico possa essere uscito da una penna. A noi, fanciulle adolescenti, l’alone color fango della personalità di Bella sembrava assai rassicurante: era facile bistrattarla per le sue scelte assurde e sentire l’autostima crescere di fronte ai suoi gesti insensati (“Io non mi butto da una scogliera per un ragazzo, giammai!”). Attenzione, però: per perdere un po’ di sciatteria, Bella deve solo trovare il suo posto nel mondo, come tutti noi. L’aggettivo disadattata le calza bene all’inizio, ma poi, come tanti di noi, anche miss Swan scava dentro di sé e scopre risorse che non sapeva di avere a disposizione.
2 – Il triangolo no…
È un cliché, siamo d’accordo, ma cos’è un romanzo di intrattenimento senza cliché? Se poi i due cavalieri sono un vampiro perfetto, acculturato, bellissimo e letale e un lupo mannaro/pellerossa forte e virile, si fa concorrenza alla migliore tradizione cavalleresca. Il dibattito è stato ed è ancora cruento e atroce, e le ragazzine si dividono ancora tra il vampiro Edward e il lupo mannaro Jacob. (Donne adulte e rispettabili, non fate finta di non sapere di cosa stiamo parlando).
3 – Succhiasangue, anzi no!
Che storia ci sarebbe stata se il vampiro avesse reso Bella un aperitivo dal primo istante? Nessuna, chiaramente. Ecco dunque che Edward viene inserito in una famiglia di vampiri compassionevoli e vegetariani, che cacciano animali e non bevono sangue di esseri umani. Tutti bellissimi, tutti forti, tutti super dotati: Alice prevede il futuro, Jasper controlla l’umore (e non ha mai pensato a fare lo psicanalista), Edward legge nel pensiero…
4 – Il romanzo da temporale.
Se piove, l’atmosfera è perfetta per prendere in mano Twilight, magari con una tazza di tè. La vicenda è ambientata nella ridente cittadina di Forks, stato di Washington: un posto accogliente, se non fosse per il clima provinciale e la pioggia continua (oltre duecento giorni l’anno, in media). Ai vampiri della storia, però, la pioggia fa solo comodo: al sole, brillerebbero come diamanti e attirerebbero un po’ troppo l’attenzione.
5 – Intrattenimento, ok, ma siamo giusti…
Stephenie Meyer non sarà il prossimo Nobel o Pulitzer, ma non è che i suoi personaggi non ci lascino proprio nulla. I romanzi di Twilight poggiano su messaggi tradizionali ma potenti: la compassione, che è la prerogativa di Esme, la madre adottiva di Edward; la capacità di sacrificio, che molti personaggi della saga apprendono a loro spese; la dedizione al proprio mestiere di Carlisle, il medico e padre adottivo dei vampiri. Inoltre, tutta la vicenda si basa sulla forza dei legami familiari e tribali, che giocano un ruolo importante anche nell’intreccio.
6 – Sognare un po’ fa bene.
Non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere, dice Albus Silente, ma con moderazione possiamo permetterci un po’ di evasione mentale. Le fan della saga hanno sperato nel matrimonio perfetto per Bella, hanno gioito per una luna di miele da favola e si sono chieste che effetto possa fare avere un fidanzato vampiro potenzialmente perfetto, cortese, gentile e (un po’ troppo) protettivo, che arriva a cavallo di una Volvo argentata. Poi, è evidente, sono cresciute e hanno realizzato che la realtà è un’altra storia e anche che l’infanzia è il regno in cui nessuno muore; con tutta probabilità, però, continuano a ricordarsi che esiste una bella storia senza troppe pretese che le aspetta, quando hanno bisogno di una zona di comfort.