“Nulla che sia umano mi è estraneo”, Premio strega 2024: Donatella Di Pietrantonio Vince con L’Età Fragile

L’umanità, in tutti i suoi sensi e le sue sfaccettature, è il file rouge che collega le penne degli scrittori finalisti del Premio Strega 2024

Giunto alla sua LXXVIII edizione, la prima data del riconoscimento letterario più importante d’Italia risale al 17 febbraio del 1947, con l’intento di contribuire alla rinascita culturale del Paese. Obiettivo ben posto e superato, considerando che, ogni anno, con il concorso sono resi noti al pubblico vincitori e non degni di essere riconosciuti come i migliori scrittori contemporanei italiani. 

Non è un caso che i libri premiati siano da sempre il riflesso perfetto del clima intellettuale, linguistico e sociale del nostro Paese e che la sestina finalista, presentata giovedì 4 luglio in diretta Rai dal Museo Nazionale etrusco di Villa Giulia, ne sia un perfetto esempio. 

La rosa letteraria di quest’anno comprendeva 6 autori, alcuni già conosciuti ed apprezzati ed altri sulla punta del trampolino pronti al lancio, che con le loro pagine sono riusciti a riassumere e cogliere la vera essenza dell’animo umano contemporaneo. 

C’era L’età Fragile” di Donatella Di Pietrantonio che racconta dei comuni sentimenti familiari e della loro tessitura esposta alle paure, alle perdite e ai desideri che ci accompagnano negli intrecci della nostra vita.

Semanticamente e materialmente opposto è il meta-saggio letterario che è stato proposto da Tommaso Giartosio “Autobiogrammatica”, inteso come una vera e propria presa di coscienza che la celebrazione più importante del sé la si abbia frugando costantemente tra le fessure più nascoste delle parole e del proprio linguaggio

Dietro l’apparenza di un romanzo distopico si è celato, invece, “Romanzo senza umani” di Paolo di Paolo, in cui l’alternarsi tra passato e presente ci permette di cogliere quella costante introspezione e la connessa asimmetria che essa genera contrapponendosi allo sguardo minaccioso dell’altro. 

E proprio a proposito dell’altro, in un momento storico in cui, più che mai, è necessario conoscere e comprendere a fondo ogni cosa, Raffaella Romagnolo, nel suo “Aggiustare l’universo”, ha dichiarato apertamente un’imperitura verità: non dobbiamo mai sottovalutare la necessità della memoria storica. 

Memoria che ritroviamo, se pur in un contesto ed accezione diversi, nel delicato ed intimo romanzo proposto da Dario Voltolini “Invernale”, nel quale l’autore ha raccontato l’esperienza di un lutto con una consapevolezza, eleganza e forza espressiva tali da rendere il dolore qualcosa di rassicurante e da custodire con cura. 

E infine, se c’è qualcuno che riesce ad interrogare i sentimenti ed animi umani e trovare le risposte di circostanza e conseguenza più di chiunque altro, è senza dubbio Chiara Valerio. 

La scrittrice-matematica più famosa d’Italia, con il suo ultimo romanzo noir “Chi dice e chi tace” ci ha insegnato con chiarezza e semplicità che le indagini più profonde e vere sono possibili solo quando si è capaci davvero di interrogare a fondo, noi stessi ancor prima che gli altri. 

Ma veniamo all’evento conclusivo del tanto ambito Premio: nessuna modifica nella modalità di votazione. Nella splendida e ormai conosciuta cornice Romana il vincitore, o meglio la vincitrice è stata decretata da una giuria composta dai “400 amici della domenica” insieme a 245 tra studiosi ed intellettuali, italiani e stranieri, 30 lettori “scelti” e 25 studenti. 

Delle novità però ci sono state e hanno riguardato il ripristino dello spoglio dal vivo degli ultimi voti e la doppia conduzione di Geppi Cucciari e Pino Strabioli che ha animato lo spettacolo, televisivo e non. 

La location c’era, la sestina è stata servita, non ci resta che complimentarci, per la tredicesima volta, con una donna, vincitrice dell’edizione di quest’anno, Donatella Di Pietrantonio, con “l’Età fragile“. 

Come di consueto non è possibile prevedere se il libro e l’esito della votazione saranno motivo di disarmonia o concordia tra le preferenze e i gusti degli italiani. 

Ciò che è certo è che tutte e sei le penne e le storie presentate sono state finalmente contaminate da una scrittura contemporanea, vera e reale che ha reso giustizia alla tendenza sociale e culturale del lettore attuale, con un’efficacia ed equilibrio commerciale degnamente giostrati all’interno del mercato editoriale italiano. 

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