Roberto Speranza. Potentino. Classe ’79. Ministro della Salute durante l’emergenza Covid-19.
Ultimamente sulle labbra di tutti per il libro “Perché guariremo. Dai giorni più duri a una nuova idea di salute”, mai distribuito al pubblico con all’interno una serie di dichiarazioni che, per gli oppositori politici, vengono declinate come imbarazzanti e soprattutto fuori luogo, dato il contesto in cui ci troviamo ancora oggi.
Scritto durante il primo lockdown, i pochi “fortunati” che sono riusciti a leggerlo, come parte della direzione del quotidiano Libero diretto da Vittorio Feltri, sono rimasti allibiti da estratti come “questa consapevolezza (nda: per il COVID19 e annesso lockdown) ha dissodato, per la sinistra, un terreno politico molto fertile” o ancora “credo che, dopo tanti anni controvento, ci sia davvero una nuova possibilità di ricostruire un’egemonia culturale”.
Il problema principale è che Roberto Speranza, direttore del dicastero della sanità italiana, ha fatto male i conti sulle tempistiche, sia di scrittura che di distribuzione. del suo libro. Molti utenti sul web si chiedono dove abbia trovato il tempo di scriverlo, in piena pandemia.
Ma si sa, la gatta frettolosa fece i figli ciechi e, come se non bastasse, all’imbarazzo della sfortunata opera si sommano dossier nascosti, poi costretti ad esser pubblici, e scelte opinabili nella gestione della crisi pandemica.
Ciò premesso, ora sul tavolo c’è la mozione di sfiducia per il Ministero della Salute Speranza, confezionata a dovere da Fratelli d’Italia al suono del “Non è più tempo di Speranza, ma di coraggio”, tuonato dalla leader Giorgia Meloni, che fa vacillare non poco gli equilibri.
Il fronte del sfiducia però non sembra così importante al livello numerico e rischia di diventare insidioso per la stabilità della coalizione di centrodestra: Forza Italia ha già liquidato la proposta tramite Tajani: “non siamo favorevoli a sfiducie nei confronti del ministro Speranza che si sta impegnando” mentre invece la Lega sta prendendo tempo con un “leggeremo”.
Il fronte del pro-Speranza, coronato di attori, sindacalisti e presidenti di associazioni vari ed eventuali, al contrario è piuttosto saldo, con la sicurezza incrollabile del Movimento 5 Stelle che ne difende l’operato assieme a Giuseppe Conte. Anche da sinistra c’è supporto, nonostante una certa maretta in Italia Viva, che ai è espressa tramite Maria Teresa Bellanova: “Il diritto alla salute adesso non è garantito così come prevede la nostra Costituzione. Abbiamo persone, uomini e donne, che in questo momento continuano a non avere diritto alle cure e agli interventi oncologici” ma, nonostante ciò, dichiara il suo voto contrario alla mozione.
Qualche possibilità che alla fine, qualche partito della maggioranza possa votare la mozione? Assolutamente no. Il sogno più proibito di Fratelli d’Italia cadrà nel baratro dalle ultime considerazioni dell’attuale Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi: “Speranza? Non si tocca”.