Mentre migliaia di migranti – più di 2mila – si stanno concentrando negli ultimi giorni lungo il confine tra la Polonia e la Bielorussia, in Europa ci si punta il dito contro alla ricerca di un colpevole
A riportare la grave situazione delle centinaia di persone che in queste ore si stanno mobilitando, in fuga da Minsk, verso il confine con la Polonia sono le principali agenzie di stampa internazionali. Si tratta per lo più di profughi curdo iracheni, siriani e afghani, provenienti dalle zone di alto conflitto con la Turchia, come riportato da Avvenire. “La Commissione esaminerà con l’Onu e le sue agenzie specializzate come prevenire l’insorgere di una crisi umanitaria e garantire che i migranti possano essere rimpatriati in sicurezza nel loro paese di origine, con il sostegno delle autorità nazionali” ha dichiarato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
“Sappiamo che le autorità della Bielorussia stanno aiutando i migranti a distruggere le barriere al confine. Li vediamo portare loro gli strumenti per tagliare i cavi, per distruggere la recinzione” ha dichiarato nelle scorse ore il portavoce dei servizi di intelligence polacchi Stanislaw Zaryn, aggiungendo che le forze di sicurezze bielorusse avrebbero sparato alcuni colpi in aria per destabilizzare maggiormente la situazione lungo il confine con la Polonia. Versione smentito dai media vicini al governo di Minsk, che riferiscono a loro volta alcuni spari da parte delle autorità polacche.
Un insieme di accuse che non sono di certo passate inosservate all’attenzione del presidente della Bielorussia Aljaksandr Lukashenko, che nella giornata di giovedì ha minacciato di tagliare le consegne di gas all’Europa, dopo le ultime dichiarazioni e provvedimenti presi dall’Unione. “Scaldiamo l’Europa e ci stanno ancora minacciando di chiudere i confini”, ha detto Lukashenko in una riunione d’emergenza con i suoi massimi ministri giovedì, come riportato dal Guardian, proseguendo “E se tagliassimo il transito di gas naturale verso di loro?”.
Dure anche le risposte dei ministri della difesa di Estonia, Lituania e Lettonia hanno definito la situazione creata alla frontiera con la Bielorussia “la più complessa crisi di sicurezza per la nostra regione, la Nato e l’Unione europea da molti anni”.
Situazione che, nella giornata di martedì, il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha definito un “tentativo di prendere d’assalto il confine polacco-bielorusso” orchestrato dal presidente russo Vladimir Putin. “Lukashenko è l’esecutore dell’ultimo assalto, ma dietro la crisi dei migranti dalla Bielorussia c’è l’opera del presidente russo Vladimir Putin” ha poi aggiunto il premier polacco.
Una crisi umanitaria che rischia di provocare un’escalation dalle gravi conseguenze. Lo ha reso noto in un tweet il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, che nella giornata di martedì ha parlato con il presidente polacco Andrzej Duda della “grave situazione” al confine: “L’uso dei migranti da parte della Bielorussia come tattica ibrida è inaccettabile. La Nato è solidale con la Polonia e tutti gli alleati nella regione”.
Anche la Germania denuncia l’uso strumentale dei migranti operato da Lukashenko, divenuti ormai un’arma in mano al regime di Minsk: “La Polonia o la Germania non possono gestire questo da sole”, ha riferito al quotidiano Bild il ministro dell’Interno tedesco Horst Seehofer, riportato da RaiNews. “Dobbiamo aiutare il governo polacco a proteggere la sua frontiera” ha poi aggiunto, esortando Bruxelles “Questo sarebbe compito della Commissione europea, faccio appello perché agisca”.