Michela Murgia e Margaret Atwood: due scrittrici a confronto

Questioni scottanti” è l’ultimo libro di Margaret Atwood, una raccolta di articoli, saggi, prefazioni e contributi dell’autrice, prodotti in ben 20 anni di carriera, ovvero dal 2004 al 2021.

Atwood è una celebre e pluripremiata scrittrice e poetessa canadese, da tempo impegnata su questioni sociali e ambientali; dalle sue opere sono state tratte serie tv di successo come  Il racconto dellancella” (Prime Video) e Laltra Grace” (Netflix).

In occasione della pubblicazione italiana di “Questioni scottanti” (3 marzo 2022), l’autrice italiana Michela Murgia ha avuto l’occasione di intervistarla durante un incontro organizzato dalla rivista Il Libraio (è possibile recuperare l’intervista completa sulla pagina Facebook del mensile).

Murgia descrive il libro come unauto-biografia, in cui si trovano riflessioni molto attuali; è  per questo chiede a Margaret un commento sulla recente invasione russa dell’Ucraina:

Mi sono sentita ributtata indietro, come se già lo avessi vissuto, sono nata nel novembre del 39, ho vissuto la mia infanzia durante la guerra […] mi sento piena dansia, lo dico sul serio, mi sento riprospettata alla seconda guerra mondiale”.

Margaret riflette, inoltre, sulla decisione del Teatro alla Scala di Milano di sostituire il direttore dorchestra Valery Gergiev, il quale non ha preso le distanze da Putin: bisogna essere realisti, o non si pronunciava contro la guerra o non avrebbe potuto più far ritorno in Russia, anche negli anni 30 molti artisti, esposti contro il regime nazista, non hanno potuto far ritorno in Germania”.

Murgia parla dell’autrice come una visionaria, che è riuscita nei suoi testi a: “connettere le evidenze del presente con le conseguenze del futuro”.

Atwood, incalzata sul suo ruolo di scrittrice lungimirante rispetto una classe politica spesso miope, afferma: Cerco di scrivere i miei libri meglio che posso e questa è la mia responsabilità, dico ai lettori quello che penso sia la verità […] bisogna distinguere tra fede, convinzione, credenza dove non sono richieste prove o evidenze, e opinione che si basa su una verità, che sia verificabile o meno ma sempre una verità”, facendo riferimento all’onestà intellettuale.

La letteratura fa molto meglio di chi studia o fa previsioni, ossia fa altrettanto ma meglio, […] la letteratura racconta storie, e gli esseri umani riescono a rapportarsi molto meglio ad una storia che a un volume di tabelle, o cifre. Noi esseri umani pensiamo in storie, nella forma di un racconto, il nostro è un pensiero narrativo.

Dato di fatto e immaginato proseguano di pari passo fino a coincidere nelle storie, immaginazione che si basa sulla osservazione della realtà, anche gli storici lo fanno, però spero che gli storici dicano la verità, come noi scrittori”.

Per concludere, Murgia ricorda le accuse mosse alla scrittrice, di essere una cattiva femminista”: “perché si fa fatica a capire che il patriarcato, come l’omofobia, come il razzismo sono processi di metodo e non di merito? Non puoi applicare lo stesso metodo che critichi, un metodo escludente”.

Margeret risponde: “se unidea, una tattica riesce quando viene adottata da una delle parti, poi la controparte la userà. [] È dimostrabile che le donne non sono più stupide degli uomini, ci sono i fatti, […] Dobbiamo impegnarci a verificare tutto ciò di cui ci accusano”.

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