Matteo Salvini, il leader vincente nel deserto delle opposizioni

Il 26 maggio è ormai vicino. Le elezioni europee saranno uno spartiacque per capire quanto realmente pesino i leaders politici e quanto i loro schieramenti.

I partiti di governo sembrano godere di discreta salute e il consenso, soprattutto per la Lega, tende verso percentuali fino a un anno fa inimmaginabili. Il Movimento 5 Stelle, in flessione, dovrebbe invece tenere botta animando un testa a testa con il Partito Democratico per la palma di seconda forza politica del Paese.

Bisogna riconoscere che Nicola Zingaretti è riuscito a ridare un’identità di sinistra al Pd recuperando voti a tutti gli scontenti di Di Maio e compagnia. Certo che dichiararsi di sinistra non è sufficiente per essere “alternativa di governo” e, ancora oggi, i Dem. risultano privi di un chiaro programma politico. O forse ce l’hanno, ma non sono capaci di spiegarlo.

La certezza è che il Governatore del Lazio avrà un bel da fare per temperare tutte le anime del suo schieramento, tentando di far convivere Renzi con D’Alema o di avvicinare le posizioni di Calenda a quelle di Bersani. Il centrosinistra ci ha impiegato un anno per scegliere il proprio leader, più interessato ai regolamenti di conti interni che a fare una chiara e puntuale opposizione al governo.

Opposizione che infatti, in questo anno, è stata quasi completamente fallace, senza argomentazioni come priva di contenuti. E questo non solo da parte del Partito Democratico. Forza Italia è stata assente, lontana dalle piazze come dai social network. Totalmente assente la linea politica, totalmente assente la sua classe dirigente che continua ad emigrare verso la Lega o Fratelli d’Italia.

Perché se il partito di Berlusconi soffre la più importante flessione nella sua venticinquennale storia bisogna dire che quello di Giorgia Meloni continua a crescere, inglobando intere aree politiche, basti pensare a Fitto e alla sua corrente. A premiare, in questo caso, la scelta di una linea politica chiara e un’opposizione non aprioristica nei confronti dell’alleato Matteo Salvini.

E veniamo quindi al Ministro dell’Interno, ultimo vero leader riconoscibile del panorama politico italiano. Onnipresente in televisione come sul territorio, sta letteralmente trascinando il suo partito oltreché i suoi candidati. Non sappiamo fino a quando il suo messaggio politico continuerà ad essere efficace, certo è che l’incapacità e la disorganizzazione dei suoi oppositori rendono la vita molto più facile al leader leghista.

Le europee saranno il tramonto di molti e anche i nani, al tramonto, sembrano giganti, se si guardano le loro ombre.

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