Potrebbe essere arrivata la svolta in casa Movimento 5 Stelle: secondo indiscrezioni del Corriere della Sera per la futura leadership del partito prende quota l’ipotesi di un ticket tra l’ex deputato Alessandro Di Battista e l’attuale sindaco di Torino Chiara Appendino.
Un binomio per certi versi kafkiano che, tuttavia, lega alla perfezione il pensiero rivoluzionario rappresentato dal giramondo di origini romane con l’anima istituzionale del primo cittadino del capoluogo piemontese; secondo fonti interne al M5S sembrerebbe che lo stesso Di Battista stia già lavorando alla squadra con cui costruire un progetto politico a lungo termine.
Di Battista sarebbe disposto ad accettare un’eventuale candidatura – voluta a gran voce da buona parte dei militanti pentastellati – ma vuole vederci chiaro: la pronta ripartenza di un movimento devastato in termini percentuali dalle ultime tornate elettorali è imprescindibilmente connessa ad un cambio di rotta imminente e per far sì che ciò accada occorre che la figura del capo politico disponga di un’indipendenza assoluta in merito a precise questioni e determinate scelte.
Dal canto suo Di Battista avrebbe in mente una proposta alternativa sia alla destra che alla sinistra – l’ala più focosa del partito desidera da tempo un allineamento definitivo alla corrente progressista – basata su temi di carattere ambientale e concezioni antiliberiste.
Un cambiamento radicale che, inoltre, modificherebbe l’odierno modello comunicativo, dividendo in due “stili” differenti il modus operandi di Luigi Di Maio, finora dispiegato per l’appunto da un singolo soggetto: da un lato il volto moderato dell’Appendino, dall’altro il megafono da piazza e accalappia-consensi meravigliosamente incarnato da Di Battista.
Si aprono le danze: direttorio ed elettorato sono già in fibrillazione, in attesa dei celebri Stati Generali che segneranno il prossimo cammino di un M5S attualmente in piena crisi d’identità.
