“M. Il figlio del Secolo”. Un solo punto di vista: il suo

Qualcosa unisce Luca Marinelli, Joe Wright e Antonio Scurati. Quest’ultimo, nel 2019, vince il Premio Strega con M. Il figlio del secolo (Bompiani). Un romanzo su Mussolini; il primo che narra l’ascesa del dittatore. Ogni capitolo, con fonti in epilogo, rovescia il consueto: “ogni riferimento a persone o fatti è puramente casuale. Anzi, si può dire: “tratto da una storia vera.

Gli eventi narrati vanno dal 1919 al 1924. Joe Wright, responsabile della pellicola (Sky Atlantic), porta in scena fatti nati su carta. Dunque, un libro che diventa miniserie. L’occhio estraneo del regista, inglese d’origine, definisce il lavoro degli attori: un cast vicino ai fatti. Si pensi al protagonista, Luca Marinelli, che alla prima della Biennale sottolinea l’essere antifascista, parola che la Presidente del Consiglio Meloni non riesce a pronunciare. Ma poi c’è il suo partito, FdI, le cui radici muovono dal Movimento Sociale e dal suo fondatore Giorgio Almirante.

Spesso l’arte insegna e l’interpretazione di Luca Marinelli è un esempio. Sospende il giudizio, prende le distanze da sé e assume quelle di Benito Mussolini. Operazione complessa per motivi fisici: l’attore, dieci centimetri più alto del duce e capelli folti. Ha preso peso; rasato la testa a simulare la stempiatura; gli occhi azzurri diventano scuri e altrettanto magnetici. Il corpo è potere a suo modo; specie nelle dittature, nel Mussolini che personifica potere e popolo.

Ancora occhi, quelli che osserva Margherita Sarfatti quando nel 1913 incontra il direttore dell’Avanti!, nonché futuro dittatore. I due saranno amanti sebbene diversi: lei veneziana, critica d’arte, ebrea d’origine e femminista. Lui di provincia, meno colto. Ripassano insieme i discorsi. Margherita ascolta, elimina parole con tratti di penna sicuri, prende nota dei termini giusti.  Organizza l’incontro con l’amico D’annunzio; Mussolini lo deve conoscere.

Ancora discorsi, quelli che allestisce con Cesare Rossi, primo sostenitore dei Fasci Italiani di Combattimento. Parlano molto di loro, ma chi sono? Mussolini suggerisce di evitare coerenza e la zavorra dei principi. Basti la fede a presunti ideali; qualcosa d’inaudito un antipartito. “Spazza via secoli di eloquenza rotonda e colta. Lui è frasi spezzate, stilemi minacciosi, asserzioni memorabili. (Scurati, 2018)

Ancora parole, per fomentare odio ed esasperare risentimenti. Perché da partito d’azione si diventi violenza: violenza cavalleresca per il duce.  Niente di eroico ma fierezza nei gesti, atti da mostrare alla luce del giorno. La stessa che, il 10 giugno 1924 alle 16:40, illuminava l’onorevole Matteotti; prelevato di forza, sul Lungotevere, morto due mesi dopo.

Ancora 12 giorni; poi Cesare Rossi si costituisce e inizia la crisi di governo. La storia del fascismo è anche fallimento. Pochi voti alle prime urne; la marcia su Roma con arditi modesti; perlopiù criminali comuni. Avrebbero vinto contro l’esercito, se il re avesse disposto lo stato d’assedio?

La serie è fitta di rimandi attuali. Sui malumori che la politica aizza per unire consensi e agitare le masse. Poiché, come sostiene Scurati: “Il corso della storia non è mai deciso.”

C’è la possibilità che qualcuno affermi: “La democrazia sopravvive per mia gentile concessione. Almeno per ora”.  Questa frase, chiude il trailer della serie. Altro ancora, in otto episodi, dal 10 gennaio 2025.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here