Liz Truss si dimette

Dopo soli 45 giorni di governo, la Premier detiene il primato di incarico più breve dell’Inghilterra. 

Sembra proprio che la crisi di governo nel Regno Unito non voglia rientrare! È il quarto primo ministro conservatore che lascia il comando in sei anni. Una crisi davvero sconvolgente, data la rapidità con cui la dipartita è avvenuta. Segno di una grande crepa da arginare al più presto, perché i contraccolpi della Brexit si fanno sentire uniti a sommovimenti internazionali e lacerazioni interne (pari alle barzellette politiche italiane) sul piano politico, economico, sociale e geografico. Un’isola dai venti molto freddi in questo 2022!

Liz Truss, entrata in sostituzione di Boris Johnson, nutrita di grandi speranze e ambizioni, è stata costretta a dare le proprie dimissioni dopo solo 45 giorni. Troppi sono stati gli errori commessi, dalle giravolte sui cambi di programma ai ripensamenti repentini. Ed ecco che fu subito Amarcord di BoJo, rimpianto da molti e pregato di ritornare.

Ma non è detto che BoJo possa avere la meglio: l’opposizione risulta più unita che mai – dai laburisti, ai liberal-democratici, agli indipendentisti scozzesi – invocando una democrazia come sola ed unica via di uscita dal caos delle elezioni anticipate. Dall’altra parte, la maggioranza tenta disperatamente di mantenere il posto privilegiato e presentare un nuovo leader, terzo di una legislatura giunta nemmeno alla metà. 

Liz, è da riconoscere, è entrata in carica in una fase di grande instabilità economica e internazionale, non sentendosi del tutto adatta a governare soprattutto dopo che il suo governo ha retrocesso sul pacchetto iniziale di tagli delle tasse in deficit. 

Il primo ministro che verrà, però, dovrà sottostare alle nuove regole modificate durante il suo mandato: sarà costretto ad avere il sostegno di almeno 100 dei circa 350 deputati della maggioranza e i candidati non dovranno essere più di tre. Qualora si abbiano idee chiare sul successore, l’incoronazione avverrà immediatamente a Westminster lunedì. Altrimenti, si andrà al voto che dovrà concludersi comunque venerdì 28 ottobre. 

Fra i potenziali candidati, si parla di Jeremh Hunt, il cancelliere gradito dall’establishment, non particolarmente dalla fazione Truss che l’ha chiamato in extremis per rassicurare i mercati. Un altro nome è quello di Rishi Sunak, giovane ex cancelliere di origini indiane battuto già da Liz a settembre. In alternativa, la ministra Penny Mordaunt, brexiteer post ideologico e unica in grado di raccogliere simpatie in maniera trasversale. Ma tutti pensano che potrebbe ritornare Boris Johnson, dimessosi per forza di cose due mesi fa con una citazione non del tutto casuale: “Hasta la vista baby”!

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