Libera Stampa in libero Stato

“La maggioranza di governo ha deciso di trasformare la Rai nel proprio megafono.” Queste le parole dei giornalisti della Radiotelevisione italiana che, dopo l’approvazione delle nuove norme sulla parcondicio, hanno protestato a reti unificate contro una decisione che rischia di minare il pluralismo, la libertà di stampa e la libertà di informazione che la RAI, come Servizio Pubblico, dovrebbe garantire.

Il centrodestra ha praticamente stabilito che i rappresentanti del governo “potranno parlare nel talk senza vincoli di tempo e senza contraddittorio e che Rainews24 potrà trasmettere integralmente i comizi politici, senza alcuna mediazione giornalistica, preceduti solamente da una sigla.”

Un’idea di Servizio Pubblico assolutamente lontana da tutti quelli che credono nel pluralismo e nella libertà. Una norma che, di fatto, vuole mettere il bavaglio a tanti colleghi e colleghe che hanno fatto del proprio lavoro una missione. Uomini e donne che hanno non solo il diritto ma, soprattutto, il dovere di fare domande scomode a chi governa, che hanno il dovere di ricercare la verità senza che nessuno possa impedire loro di farlo, che hanno il dovere di esercitare la professione senza vincoli di alcun tipo se non quelli della correttezza, della verità e del codice deontologico.

In un paese che ancora vuole definirsi democratico i giornalisti svolgono un ruolo fondamentale; questi sono le “sentinelle della democrazia”, sorvegliando i potenti e denunciandone gli abusi e le storture.

In un paese che ancora vuole definirsi democratico i giornalisti sono messi nelle migliori condizioni possibili di poter lavorare, ringraziandoli per il ruolo fondamentale che svolgono nella costruzione di una coscienza collettiva.

In un paese che ancora vuole definirsi democratico i ministri vanno in conferenza stampa e non si sottraggono alle domande e al contraddittorio.

In un paese che ancora vuole definirsi democratico tutto questo è inaccettabile e non solo i giornalisti ma tutti i cittadini che credono nella libertà di stampa dovrebbero mobilitarsi contro una norma indegna per un Paese come l’Italia, che ha subito l’umiliazione della dittatura fascista e che ha pagato con la vita di troppi la liberazione.

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