L’8 febbraio 2022 la Commissione Europea ha proposto una serie di misure per assicurare il proprio ecosistema e la propria supply chain di semiconduttori e chip. Il 15 settembre 2021, nel pieno della cosiddetta “crisi dei semiconduttori”, la Presidentessa von der Leyen aveva annunciato lo European Chips Act: la produzione dei chip, infatti, è altamente clusterizzata e una delle conseguenze della pandemia è stata la riduzione delle forniture, la quale ha impattato soprattutto sull’industria automobilistica, portando ad una contrazione di un terzo della produzione europea.
La parola “semiconduttore” è spesso utilizzata come sinonimica di “chip”, ma designa solamente il suo materiale: si tratta di un materiale la cui conducibilità è intermedia tra quella di un conduttore, come il rame, e quella di un isolante, come il vetro. I semiconduttori possono essere “ad elemento singolo” (germanio e silicio) o composti (arseniuro di gallio). Nonostante il primo transistore sia stato realizzato in germanio, è sul silicio che si basa l’attuale tecnologia dei circuiti integrati (Circuiti per la Microelettronica, A.S.Sedra-K.C.Smith, EdiSES, ediz.2013, pag.39). Non meno di 14 scienziati hanno ricevuto il Nobel per lavori inerenti i semiconduttori, tra i quali John Bardeen, Walter Brattain e William Shockley (1956) per l’invenzione del transistor – il dispositivo alla base dei circuiti integrati (The story of semiconductors, J.Orton, Oxford University Press, ediz.2008, pag.3).
Per “circuito integrato” s’intende la combinazione di componenti elettronici “attivi” (quali transistori e diodi) e “passivi” (quali resistori e condensatori) realizzata praticamente in un unico cristallo di materiale semiconduttore; sono così garantite compattezza estrema e la possibilità di produzione in grandissima serie, con conseguente omogeneità del prodotto e riduzione considerevole dei costi (Enciclopedia della Scienza e della Tecnica, Mondadori, ediz.1974, vol.III, pag.690).
L’impiego dei transistori nei circuiti integrati è cresciuto esponenzialmente dal 1962 (Silicio, F.Faggin, Mondadori, ediz.2019, pag.50): è infatti così facile realizzarli che i progettisti si sono orientati verso il loro impiego generale, limitando l’uso dei componenti passivi ed escludendo sistematicamente gli induttori (Enciclopedia della Scienza e della Tecnica, Mondadori, ediz.1974, vol.III, pag.691). Prima grande applicazione dei circuiti integrati è stata nei calcolatori numerici: un’opportuna rete di soli transistori e resistori, infatti, era sufficiente per il loro funzionamento (idem): la cosiddetta “era dell’informazione” è dunque una sorta di “età dei semiconduttori”. Ecco perché l’UE, giustamente, ambisce a raggiungerne il 20% della produzione mondiale entro il 2030.