Come si vota? Come funziona la legge elettorale? Come è strutturato il Rosatellum?
Mancano poche settimane alle elezioni politiche, ma negli ultimi giorni si sono intensificate le domande circa la legge elettorale.
“La legge n.165 del 3 novembre 2017 è nota come legge Rosato o Rosatellum dal nome di Ettore Rosato (Deputato, ora in Italia Viva), uno dei principali sostenitori del testo e capogruppo del Partito democratico alla Camera quando il testo era stato approvato nel 2018. La legge prevede un sistema elettorale misto, in parte proporzionale e in parte maggioritario. Nello specifico, un terzo dei seggi tra Camera e Senato sarà eletto in collegi uninominali (quindi tramite un sistema maggioritario), mentre i restanti due terzi saranno eletti in collegi plurinominali (tramite un sistema proporzionale)”. (Fonte “Skytg24”).
“Nei collegi uninominali il candidato che prende più voti vince. Nei collegi plurinominali, invece, i candidati sono divisi tra le forze politiche in modo proporzionale, in base ai voti ottenuti.
È prevista una soglia di sbarramento al 3% per i singoli partiti e del 10% per le coalizioni.
Visto il taglio del numero dei parlamentari, i seggi assegnati con il sistema maggioritario saranno 147 alla Camera (su un totale di 400) e 74 in Senato (su in totale di 200). Infine, 8 seggi alla Camera e 4 al Senato vengono assegnati secondo il voto degli italiani all’estero.
Partiamo dai seggi assegnati con sistema maggioritario, un terzo di quelli totali. Nei collegi uninominali vince semplicemente il candidato che prende più voti. Ogni partito o coalizione presenta in questi un unico candidato e quello che ottiene anche un solo voto in più degli altri viene eletto in Parlamento. È soprattutto per come funziona nella sua parte maggioritaria che il Rosatellum viene spesso definito una legge elettorale cha favorisce le alleanze. A volte anche quelle che normalmente non avverrebbero. I partiti sono spinti ad allearsi per candidare di volta in volta negli uninominali quel candidato che gode di più consenso e che quindi più facilmente otterrà la maggioranza dei voti.
I seggi distribuiti con sistema proporzionale sono la maggior parte, 245 alla Camera e 122 al Senato. Nei collegi plurinominali i parlamentari vengono eletti in base ai voti ottenuti a livello nazionale da ogni lista. Proporzionalmente ai consensi ricevuti, appunto. Ogni listino può essere composto da almeno due e fino a quattro nomi. È prevista una quota di genere: nessun sesso, infatti, può rappresentare oltre il 60% dei candidati rappresentati.
La soglia di sbarramento per partiti e coalizioni è fissata rispettivamente al 3% per i partiti e al 10% per le coalizioni.
All’interno delle alleanze, però, le forze politiche che ottengono tra l’1% e il 3% non perdono questi consensi, ma pur non eleggendo parlamentari propri li distribuiscono in modo proporzionale alle liste che fanno parte della stessa coalizione.
Un’altra caratteristica del Rosatellum è che non permette il voto disgiunto. Non è cioè possibile votare una certa lista al proporzionale ed esprimere allo stesso tempo una preferenza all’uninominale per un candidato che fa parte di un’altra lista. Un altro motivo per cui per i partiti non è conveniente correre in solitaria” (Fonte “Fanpage”).