Puntuali arrivano le pagelle della politica, edizione dedicata al primo turno delle elezioni amministrative 2021. Bando alle ciance ed andiamo subito ai numeri:
Mario Draghi: 10
Lascia scannare i partiti della sua maggioranza come un giocoliere nel circo, tanto lo sa che quando li userà per arrivare dove vuole lui loro risponderanno come animali ammaestrati, facendo finta di avere determinato davvero qualcosa.
Enrico Letta: 8
Può darsi che i risultati lusinghieri del Partito Democratico nelle grandi città, Roma esclusa, siano solo frutto di circostanze particolari ed irripetibili, ma lui ha la fortuna di essere il segretario del Pd in questo momento e può giustamente fregiarsi di una buona performance del partito. Esagera con la supercazzola nei commenti a caldo, ma ogni tanto fa bene anche a uno grigio come lui abbandonarsi un po’. Con la Meloni è il vincitore di questa tornata e chi dentro il Pd è pronto a fargli le scarpe dovrà rimandare alle elezioni del Capo dello Stato ogni agguato.
Giorgia Meloni: 8
Si carica da sola la campagna elettorale del centrodestra in tutta Italia, porta Fratelli d’Italia ad essere il primo partito del centrodestra, in una competizione sempre sfavorevole alla destra. Il suo piglio combattente piace tanto agli italiani, tanto che se si votasse per le politiche ben più alti sarebbero i numeri di FdI. Ora che ha raggiunto la vetta del centrodestra sta a lei dare alla coalizione un profilo, un’anima ed un orizzonte politico. Se lo farà come ha fatto per il suo partito meriterà il nostro 10 e lode, e la Presidenza del Consiglio, che lo sappiamo, vale meno delle nostre benevolenze ma pare essere molto ambita.
Virginia Raggi: 9
Ha perso Virginia, ma ha perso talmente bene che il suo risultato a Roma somiglia molto ad una vittoria, ottenuta contro tutti, soprattutto contro il suo Movimento Cinque Stelle che l’ha ripudiata, mostrando scarsissima eleganza e stile. A lei l’onore delle armi.
Carlo Calenda: 7
Se la sconfitta della Raggi somiglia ad una vittoria morale, l’ottimo risultato dell’ex Ministro è certamente una vittoria di Pirro. Il 19% a Roma è tanta roba, ma gli servirà solo per accreditarsi presso il Partito Democratico come il “killer” politico di Matteo Renzi. La cosa al Nazzareno sarà molto apprezzata, perché un centrino addomesticabile e sostanzialmente satellite del Pd in versione lettiana, è proprio quello che i Dem volevano da Calenda, sin dalla sua uscita concordata dal partito che lo ha fatto eleggere a Strasburgo. Poteva scegliere di prendersi Forza Italia e occupare il centro del centrodestra, ha preferito fare ciò che facevano i più grigi democristiani della prima Repubblica, prendere voti a destra per portarli a sinistra. Per ora gli è riuscito, ma presto dovrà scoprire il bluff.
Giuseppe Conte: 4
Ignoriamo ogni tratto politico-ideologico del personaggio che vada oltre l’ostentazione della pochette. Ma l’avere abbandonato Virginia Raggi per correre a Napoli per banchettare col Pd si segnala come il più sgarbato gesto di uno spregiudicato assetato di potere.
Luigi Di Maio: 4
Come sopra. Il ragazzo ha mostrato doti di adattamento alla politica politicante che nessuno gli sospettava. Ma questa corsa al desco del Pd in livrea da cameriere di corte è una caduta di stile che lui ed il suo grande nemico Conte si porteranno dietro per l’eternità.
Antonio Tajani: 3
Spiegategli che l’Italia va oltre la Calabria e Forza Italia langue al 3%. Forse la finirà di sbraitare dagli schermi di Rete 4 neanche avesse vinto le Olimpiadi.
Matteo Salvini: 5
La vecchia “bestia” di una volta non c’è più…e si vede.
Giorgetti, Zaia e Garavaglia: 5
Somigliano a quelli che vincono solo se il loro partito perde. Una contraddizione in termini che in politica non ha portato mai nulla di buono, ne per i congiurati ne per i loro partiti. Riflettano bene.
Catello Maresca: 0
Semplicemente impresentabile, così come tutto il centrodestra napoletano. Qualcuno prima o poi si dovrà interrogare sulla sparizione della destra partenopea che si segnalava per i consensi e la capacità di produrre classe dirigente di livello nazionale fino a 20 anni fa. Sarebbe il caso che qualcuno dalle parti di Fratelli d’Italia ci metta mano, ma non per un’altra rissa come quella indecorosa avvenuta in occasione della presentazione di queste liste elettorali.
Silvio Berlusconi: s.v.
Far circolare fotomontaggi e lettere ai giornali solo per attestarne la presenza politica è molto umiliante per un leader che ha segnato la storia d’Italia, come imprenditore prima e politico poi. Visto che non ha più nulla da dire, per quanto anche da sinistra si sforzino di strumentalizzarlo solo per dividere il centrodestra. Anche basta.
Bersani, Speranza- Fratoianni: 5
La galassia a sinistra del Pd moltiplica le liste e dimezza i voti ad ogni elezione. Che dite sarà il caso di chiudere bottega ed accomodarsi nell’unico partito della sinistra italiana che risponde al nome del Partito Democratico? Anche se dovesse costare la carriera a qualche soggetto in crisi di astinenza da salotto tv gli italiani se ne faranno una ragione.
Matteo Renzi: 4
Che tristezza vedere il talento del fiorentino impegnato a stilare comunicati stampa onirici su fantomatici successi di Italia Viva, come un Renato Altissimo qualunque. Un vero peccato.
Michetti e Gualtieri sono rimandati in attesa del ballottaggio…