28 febbraio 2025. Oggi ricorrono 72 anni dall’annuncio al mondo della scoperta della struttura del DNA. Una data che ha segnato la storia e che viene ricordata per il modello Watson-Crick, dai nomi dei due scienziati che hanno dato nome alla struttura elicoidale del DNA. Forse non tutti sanno che dietro James Watson e Francis Crick, si cela il nome della donna che collaborò con loro: Rosalind Franklin. Fu lei, insieme a Raymond Gosling il 6 maggio 1952 in un laboratorio londinese del King’s College, a produrre la prima fotografia della doppia elica da cui ha origine tutta la vita.
Ecco allora cinque figure femminili, che hanno cambiato il mondo nella scienza senza ottenere, almeno all’inizio, la meritata approvazione.
Rosalind Franklin: la donna dietro al DNA
Nata nel 1920, è stata una chimica; biochimica; cristallografa britannica. Grazie alle sue immagini ottenute attraverso la diffrazione a raggi X, rese possibile la comprensione della struttura del DNA e dell’RNA. La sua pubblicazione in merito alla scoperta venne ritenuta ancillare rispetto a quella di Watson-Crick. Solo dopo la sua morte, nel 1958, ha ricevuto molti riconoscimenti da grandi istituzioni scientifiche. Nei decenni successivi, il mito di questa scienziata trattata ingiustamente si è esteso, alimentato probabilmente anche dalla sua precoce morte. Rosalind Franklin è così diventata in breve tempo un punto di riferimento nella posizione di inferiorità delle donne all’interno pantheon scientifico.
Lise Meitner: la madre della fissione nucleare
Fisica austriaca, naturalizzata svedese, è nata nel 1878 e va ricordata per i suoi lavori sulla radioattività e la fissione nucleare. Grazie a lei, e ad Otto Hahn, è stato possibile scoprire il principio della fissione nucleare: un processo alla base della produzione di energia. Anche qui, nel 1944, a vincere il Premio Nobel per la Chimica fu solamente Hahn. Il nome di Meitner venne ignorato. Nel corso della sua vita venne nominata quarantanove volte e candidata tre volte al prestigioso premio, senza riceverlo mai. Fino alla sua morte Lise Meitner ebbe ventuno premi scientifici e pubblici. Fu la prima donna membro della classe delle scienze naturali dell’accademia delle scienze e dottore honoris causa di diverse università. L’elemento chimico Meitnerio porta questo nome in suo onore, come anche l’Hahn-Meitner-Institut di Berlino.
Un altro dettaglio meritevole di ricordo, è la forte avversione della scienziata all’uso bellico di questa scoperta. Nonostante passò la sua vita a promuovere un uso pacifico dell’energia atomica, il suo pensiero rimase inascoltato.
Alice Augusta Ball: l’afroamericana che sconfisse la lebbra
Classe 1892, è stata una chimica statunitense. Viene ricordata come la prima donna, e prima afroamericana, a vincere un master presso l’Università delle Hawaii ma non solo. Il suo lavoro ha permesso di scoprire un importante trattamento contro la lebbra, il più efficace fino agli anni ’40 del Novecento. Morta in circostanze sospette a soli 24 anni, forse a seguito di un avvelenamento da cloro nel corso delle sue ricerche, il suo operato non venne riconosciuto per oltre novant’anni. Solo nel 2000, l’ateneo di chimica della sua università dedicò alla Ball una placca su un albero. Nello stesso giorno l’ex vicegovernatore delle Hawaii Mazie Hirono ha proclamato il 29 febbraio come l'”Alice Ball Day“, che è celebrato quindi con cadenza quadriennale.
Jocelyn Bell Burnell: la scopritrice dimenticata delle pulsar
Nata nel 1943, è un’astrofisica inglese. Attualmente docente presso l’Università di Oxford, rilevò nel 1967 per la prima volta le pulsar: le stelle di neutroni capaci di emettere regolari impulsi radio. Nonostante si trattò di una scoperta rivoluzionaria da parte di una studentessa dell’Università di Cambridge, il Premio Nobel per la Fisica del 1974 venne assegnato al suo supervisore, Antony Hewish, ed al suo relatore Martin Ryle. Il caso sollevò numerose polemiche e solo a distanza di molti anni, la comunità scientifica ha riconosciuto il valore della sua ricerca e capacità intuitiva. Ciò nonostante, Jocelyn Bell Burnell, ha ricevuto comunque numerosissimi premi e riconoscimenti in ambito accademico e da prestigiose organizzazioni.
Hedy Lamarr: la star di Hollywood che inventò il Wi-Fi
Il suo vero nome era Hedwig Eva Maria Kiesler, ed è stata un’attrice e inventrice austriaca naturalizzata statunitense. Nata nel 1914, è nota al grande pubblico come attrice del cinema hollywoodiano degli anni ’40. Forse in pochi sanno che, durante la Seconda Guerra Mondiale, sviluppò un sistema di comunicazione a “salto di frequenza”. Vale a dire uno strumento utile per evitare l’intercettazione dei segnali radio. Ebbene, si è trattato di un sistema alla base del Wi-Fi, del GPS e del Bluetooth. Morta nel 2000 all’età di 85 anni, non ha mai ricevuto un compenso per il suo brevetto. Tuttavia, ha fatto in tempo a vedere la sua invenzione diventare un elemento fondante della nostra epoca.
Tutta colpa dell’effetto Matilda e dell’effetto San Matteo
Nel corso del tempo, la scienza ha conosciuto numerose donne straordinarie. Purtroppo non sempre i loro nomi vengono ricordati tra le autrici. Il loro contributo fondamentale non viene riconosciuto e viene negato loro il giusto riconoscimento. Le loro scoperte sono state eclissate da colleghi maschili. Tutto ciò ha dato origine all’effetto Matilda. Un fenomeno per il quale, specialmente in campo scientifico, il risultato del lavoro di ricerca compiuto da una donna viene in tutto o in parte attribuito ad un uomo.
La discriminazione in ambito scientifico non è solo nel ruolo della donna. Contestualmente all’effetto Matilda, infatti, è legato l’effetto San Matteo. Secondo tale effetto gli scienziati che raggiungono il successo nei primi anni della propria carriera, pubblicano con molta più facilità i loro lavori successivi. Ottenendo quindi, a parità di abilità e di ogni altro fattore, una maggiore credibilità. Ciò viene considerato un esempio di ingiustizia nel mondo accademico, poiché influisce poi sulle possibilità di ottenere riconoscimenti quando, a livello professionale, si raggiungono risultati oggettivamente importanti.