Una nuova Aida in scena al Teatro dell’Opera di Roma, da martedì 31 gennaio a domenica 12 febbraio, diretta da Michele Mariotti.
Un’opera che è un inno all’amore e alla diversità, secondo una nuova rilettura di Mariotti, che affronta il capolavoro di Giuseppe Verdi per la prima volta in teatro con il pubblico, dopo averla diretta in forma di concerto all’aperto, in piazza del Plebiscito a Napoli nell’estate 2020, e pochi mesi dopo in forma scenica all’Opéra di Parigi ma a porte chiuse, con trasmissione in streaming.
“In questa musica viene usato un linguaggio diverso – spiega Mariotti – perché c’è una volontà politica. Aida è un’accusa, da parte di Verdi, verso l’uomo incapace di abbracciare le diversità, diventando essa stessa un inno al diverso e alla diversità”.
La regia è affidata a Davide Livermore, che per questo nuovo spettacolo firma anche i movimenti coreografici. Al suo fianco Giò Forma per le scene, Gianluca Falaschi per i costumi, Antonio Castro per le luci e D-Wok per i video.
“Giuseppe Verdi con Aida riesce a raccontare le pieghe dell’umana fragilità in una maniera straordinaria, tanto intima pubblica” ha dichiarato Livermore in un’intervista all’Opera di Roma.
Commissionata da Ismāʿīl Pascià, primo khedivé d’Egitto, a Giuseppe Verdi per celebrare l’apertura del Canale di Suez nel 1869, l’opera (in quattro atti) fu composta su libretto di Antonio Ghislanzoni.
La prima rappresentazione assoluta, programmata per il gennaio del 1871, fu eseguita al Teatro dell’Opera del Cairo, il 24 dicembre dello stesso anno. La recita fu rimandata a causa dell’assedio prussiano a Parigi, che isolò la città e impedì che le scene e i costumi realizzati in Francia, raggiungessero Il Cairo in tempo.
La storia di svolge nell’Antico Egitto, dove gli etiopi, guidati dal re Amonasro, stanno organizzando un’incursione per liberare Aida, la figlia del re, dopo che è stata catturata dagli egizi. Protagonisti della vicenda sono Aida e Radames, capitano delle guardie del faraone. Due innamorati che fanno parte di due fronti di guerra opposti, di due etnie che sono in lotta tra di loro.
“Abbiamo bisogno di diventare qualcun altro anche per insegnare alle persone e a noi stessi quanto è fondamentale capire le ragioni dell’altro – prosegue il regista – Immedesimarsi in qualcos’altro significa anche migliorarsi come esseri umani, perché capendo le ragioni dell’altro capiamo il cuore, la mente e l’anima”.
Aida è interpretata dal soprano bulgaro Krassimira Stoyanova, che l’ha cantata nei più grandi teatri del mondo, dalla Scala al Teatro Real di Madrid, passando per la Chicago Symphony Orchestra dove sul podio c’era il maestro Riccardo Muti. Con lei si alterna Vittoria Yeo (2, 5 e 11 febbraio). Nella parte di Radamès è impegnato il tenore Gregory Kunde, voce verdiana di riferimento e tra le più richieste di oggi, che si alterna con Luciano Ganci (2, 5, 7 e 11 febbraio). Amneris è il mezzosoprano Ekaterina Semenchuk, anche lei grande verdiana, che ha incarnato la principessa egizia dal Festival di Salisburgo all’Arena di Verona; si alterna con Irene Savignano, diplomata di “Fabbrica”, lo Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma (recite del 2, 5, 7 e 11 febbraio). Amonasro è il baritono Vladimir Stoyanov, mentre il basso Riccardo Zanellato è Ramfis. Nella parte della sacerdotessa è impegnata Veronica Marini, in quella del Re Giorgi Manoshvili, mentre Carlo Bosi interpreta il Messaggero. Il Coro dell’Opera di Roma è diretto da Ciro Visco.
Dopo la prima di martedì 31 gennaio alle ore 20.00, trasmessa in diretta su Radio3 Rai, Aida sarà fino a domenica 12. La recita sarà preceduta, domenica 29 gennaio alle ore 16.30, dall’Anteprima Giovani, riservata ai minori di 26 anni.