Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Matteo Gizzi: 29 anni a giugno, laureato in Medicina e una passione sconfinata per l’illusionismo, strumento sociale impiegato anche nella lotta al COVID-19
“La cosa che più ti aiuta a guarire è il buon umore”, affermava Pindaro: una mezza verità risalente ai tempi dell’antica Grecia, smentita gradualmente dai progressi registrati in campo medico. Tuttavia, senza cadere nella retorica e nella banalità, c’è chi riesce a far collimare scienza, intrattenimento e sorrisi, adoperandosi con costanza negli studi (culminati in una laurea in Medicina) e nel magico mondo dell’illusionismo: parliamo di Matteo Gizzi alias GuruTheMago – una vita trascorsa tra libri e giocoleria – al quale abbiamo posto una serie di domande riguardo la sua vita e il suo futuro, soffermandoci peraltro su un tema di stretta attualità qual è l’emergenza COVID-19.
Buongiorno Matteo. Partiamo innanzitutto dalle basi: come e quando è nata questa passione per la magia?
“La passione per la giocoleria è nata dalle arance. Avevo la febbre e mia mamma me ne portò un cesto per farmi assumere della vitamina C. Erano troppe: provai a fare il giocoliere con tre arance per passare il tempo ma non ci riuscii. Fu proprio questo disastroso tentativo che mi spinse ad impegnarmi ad imparare, come sfida personale, e alla fine la cosa mi piacque.
Negli anni successivi – prosegue – giocai un po’ con tutti gli attrezzi di giocoleria iniziando a fare piccole magie con oggetti quotidiani: era una forma di giocoleria che lasciava sbalorditi sia amici che parenti.All’università incontrai un prestigiatore che usava solo le carte, anche lui lo faceva per gioco, per passione. Io però di carte ne sapevo pochissimo così come lui di giocoleria; ci scambiammo i “trucchi” ed entrai a far parte del mondo della magia.”
Da “GuruTheMago” a “GuruTheMedico”: credi sia un potenziale step o tieni vivo il desiderio di percorrere entrambe le piste?
“Non ho mai pensato che una strada debba prendere il sopravvento sull’altra. Forse è un pensiero presuntuoso e naïf ma sono convinto di riuscire a portarle avanti parallelamente e, perché no, anche di farle intersecare, facendo entrare a tratti una passione nell’altra. Certo, realisticamente e andando avanti negli anni, mi rendo conto di quanto sia difficile (e stancante) riuscire a tenere alto il livello da un punto di vista professionale, ma sono fortemente convinto che sia la nostra volontà a fare la differenza. Se sei un goloso, per quanto sazio riesci sempre a trovare uno spazio per il dolce.”
La repentina espansione del COVID-19 ha cambiato radicalmente le abitudini di tutti noi: per l’occasione hai ideato uno spettacolo live sui social, invitando le persone a restare a casa. Raccontaci.
“Esibirmi è una cosa che mi ha sempre emozionato tantissimo e forse l’idea è nata proprio dalla nostalgia di questa sensazione. Ho visto, giustamente, cancellarmi diverse date ed ho chiesto io di annullarne altre per evitare di incentivare assembramenti.
L’idea è nata prima dell’approvazione del decreto: è stato un modo per offrire un intrattenimento diverso, che invitasse le persone a rimanere a casa. Ma è stata anche l’occasione per offrire un’oretta di leggerezza, che facesse dimenticare l’atmosfera pesante di questi giorni, le preoccupazioni per il futuro, insomma un’occasione per volare e sognare insieme. Lo spettacolo, tenutosi interamente nella mia camera, è iniziato con la porta chiusa: ho spiegato che in quell’intervallo di tempo che avremmo trascorso insieme non si sarebbe mai aperta, in modo da poter tenere fuori la paura, i virus, le pandemie… e mia mamma che era in cucina.
Da questa iniziativa ho avuto una risposta positiva, oltre ogni aspettativa. Fin dalla pubblicazione della locandina ho potuto apprezzare l’interessamento sui social che si è diffuso incredibilmente grazie alle reti di condivisione. La diretta ha avuto 1200 visualizzazioni e 966 commenti.Mi sono reso conto di questi dati importanti solo a diretta terminata in quanto non ho avuto la possibilità di controllare lo schermo (grazie Pio!). Deve essere stato proprio un brutto spettacolo però: durante tutto il tempo non ho sentito nemmeno un applauso (scherza, ndr).”
Hai aderito alla campagna di raccolta fondi per acquistare materiale sanitario da mettere a disposizione del Comune di Colleferro e dell’ospedale cittadino. Questa forma di altruismo ti porterà a richiedere il tuo inserimento in una delle task force mediche predisposte per l’emergenza Coronavirus?
“In tutta onestà, e vi prego di non intenderla come falsa modestia, quello che sto facendo non lo sento come altruismo bensì come senso civico. Viviamo un momento storico senza precedenti e come tale ritengo sia compito di ognuno di noi fare il possibile. In questi giorni c’è grande movimento e richiesta nel mondo della sanità, le figure professionali di cui si sente più il bisogno sono anestesisti rianimatori, pneumologi, infettivologi, medici internisti ed infermieri. Io non sono niente di tutto ciò e non ho nemmeno un’esperienza clinica adeguata a fronteggiare una situazione così delicata. Sto mettendo sul piatto della bilancia tutti questi elementi per arrivare ad una scelta consapevole.”
Siamo ai saluti. Hai un appello da fare a chi intende intraprendere una o entrambe le strade sulle quali hai finora viaggiato?
“Sono fortemente convinto che la passione sia il più potente motore per portare avanti una qualsiasi strada. Così il mio suggerimento – conclude – è quello di perseguire le proprie passioni per quanto difficili ed improbabili possano sembrare. Chiuderei quest’intervista citando la frase con cui chiudo tutti i miei spettacoli, un augurio attuale più che mai: ‘Ricordatevi sempre che non esiste, non è mai esistita, e non esisterà mai, una regola che ci impedisca di volare’.”