È atterrato ieri, a Roma, il volo che ha portato in Italia Edriss e Sayeeda, i due giovani che da mesi attendevano di poter andar via dall’Afghanistan. Il corridoio umanitario è stato attivato da un noto ristorante romano “Gustamundo”, impegnato da sempre nell’inclusione sociale.
Edriss e Sayeeda, infatti, sono il fratello e la sorella di Parwana, cuoca afghana che dal 2018 lavora presso Gustamundo, il locale multietnico ideato da Pasquale Compagnone. Dal 2017 Gustamundo ha dato lavoro a più di 60 chef rifugiati e migranti da tutto il mondo grazie al lavoro in rete con associazioni e organizzazioni umanitarie quali: Amnesty International, Comunità di Sant’Egidio, Welcome Refugees, Baobab, Centro Astalli, Joel Nafuma refugee center e numerosi centri di accoglienza di Roma.
Ieri, in aeroporto a Fiumicino, era presente anche Monica Attias, responsabile corridoi umanitari da Grecia e Afghanistan per la Comunità di Sant’Egidio: “Bisogna mantenere alta l’attenzione non solo sull’Ucraina ma anche sugli altri conflitti – ha dichiarato Attias – i profughi sono tutti uguali… credo ci sia stato comunque un cambio di passo nella società europea con l’Ucraina, mi auguro che questa grandissima solidarietà possa generare un nuovo atteggiamento verso i profughi di tutto il mondo“.
La nuova vita per Edriss e Sayeeda è partita, dunque, grazie alla “casa-cucina” di Roma che promuove progetti di inclusione sociale sostenendo rifugiati e richiedenti asilo grazie al cibo e alle sue diverse declinazioni. Il motto di Gustamundo è “ogni cena una storia”: i clienti del ristorante hanno l’opportunità di entrare in contatto con i cuochi e le cuoche di tutto il mondo, conoscerne la storia, il dolore, i sogni ma anche i piatti del loro Paese. Gustamundo dal 2017 è diventato un brand solidale, unico nel suo genere e che fa parte del paese reale, quello concreto.
“Sono tanto felice, questo arrivo è un piccolo miracolo collettivo – ha dichiarato Compagnone – che ci ha tenuti con il fiato sospeso fino alla fine. Gustamundo però per le Istituzioni resta un’impresa commerciale e quindi non riceve l’attenzione che merita. Bisogna cambiare visione! Il mondo dell’inclusione passa attraverso lo studio, il lavoro, la casa e una vita dignitosa, perché si può essere impresa commerciale senza girarsi dall’altra parte”.
Sayeeda ed Edriss, 27 e 23 anni, ora a Roma, con un visto per studio grazie a Gustamundo e all’Università di Siena potranno coltivare i propri sogni restando a pochi chilometri di distanza dalla sorella Parwana. Ed è proprio Parwana a lanciare l’ennesimo grido ai media chiedendo di non spegnere le luci sull’Afghanistan “ho temuto di non rivederli più, perché la situazione in Afghanistan è terribile“. L’ONU, di recente, ha fatto sapere che da quando i talebani sono al potere circa 400 civili sono stati uccisi e che i talebani hanno fortemente limitato i diritti e la libertà delle donne.
Le attività di Gustamundo, intanto, non si fermano: Ilyas Mohammad, altro cuoco presso il ristorante, riabbraccerà a breve i suoi due figli che arriveranno in Italia dal Kashmir e che Ilyas non vede dal 2012.