La stagione 2023-24 dell’Opera di Roma: “Un Teatro di comunità e di rappresentanza”

S|Confinamenti” è la parola chiave della stagione 2023-24 dell’Opera Roma. Un teatro sano (confermano i dati di bilancio), vivo e sempre attento ad aprire un dialogo con il presente e alle nuove sfide del nostro tempo.

«Ci è sembrato che molti dei titoli presentati, delle storie che essi raccontano, anche molti degli artisti, in qualche modo stiano su una linea di confine: dentro e fuori un margine – spiega il sovrintendente Francesco Giambrone. In un tempo in cui i confini e le frontiere dovrebbero essere un luogo di incontro, e i teatri sono luoghi di dialogo, ci è sembrato bello che “sconfinamenti” fosse un po’ il fil rouge che ci accompagnerà tutto l’anno».

11 opere, 7 balletti e 5 concerti e 10 nuove produzioni, per un totale di 28 serate in più dello scorso anno, compongono il cartellone della prossima stagione, insieme naturalmente alle tournée all’estero, al consueto appuntamento estivo a Caracalla, fino alle collaborazioni a livello internazionale e ai diversi progetti e iniziative che il Teatro dell’Opera di Roma instaura con la città e i suoi abitanti.

«La nuova stagione rappresenta la conferma e il potenziamento di un’idea di teatro che lo scorso anno avevamo definito con cinque aggettivi: aperto, curioso, sensibile, inclusivo, sfidante – dice il sovrintendente Francesco Giambrone -. La nostra visione non cambia, e si arricchisce grazie a uno sforzo produttivo ancora più sostenuto, con scelte progettuali ambiziose e itinerari anche insoliti».

Confermata la data di inaugurazione fissata già lo scorso anno per il 27 novembre: una giornata storica e ricca di significato per il Teatro Costanzi, che ne ricorda la prima inaugurazione nel 1880. Si comincia con la “Mefistofele” di Arrigo Boito, con la direzione di Michele Mariotti e la regia di Simon Stone che, dopo i successi nei più importanti teatri e festival del mondo, mette in scena per la prima volta un’opera nel nostro paese. Lo spettacolo, coprodotto con il Teatro Real di Madrid, vede protagonisti John Relyea nel ruolo del titolo, Maria Agresta come Margherita ed Elena, Joshua Guerrero come Faust. La serata inaugurale sarà ripresa da Rai Cultura e trasmessa in diretta su Rai5, oltre che su Radio3 Rai.

La nuova stagione segna anche il debutto di giovani talenti e di grandi ritorni al Teatro dell’Opera: sul podio del Costanzi saliranno per la prima volta Michele Spotti, classe 1993, recentemente nominato Direttore musicale dell’Opéra di Marsiglia, che dirigerà il “Die Zauberflöte” (Il Flauto Magico) di W.A. Mozart con la regia di Damiano Michieletto, ed Enrico Saverio Pagano, direttore/fondatore dell’Orchestra Canova, per la prima assoluta de “L’ultimo viaggio di Sindbad” di Silvia Colasanti con la regia di Luca Micheletti. Tra gli appuntamenti imperdibili quelli che vedono la presenza di coreografi internazionali come William Forsythe, Benjamin Millepied e, per la prima volta al Costanzi, di un lavoro di Uwe Scholz. Accanto a loro grandi bacchette come quelle di Marc Albrecht, Juraj Valčuha e Omer Meir Wellber. Atteso anche il ritorno del direttore onorario a vita Riccardo Muti, in concerto alla testa della Chicago Symphony Orchestra.

Ampio spazio alla stagione ballettistica del Teatro dell’Opera di Roma, dopo gli importanti successi internazionali, ricordati dalla direttrice del Corpo di Ballo e, da quest’anno, direttrice della Scuola di Danza dell’Opera di Roma Eleonora Abbagnato. Il 2024 vedrà anche il debutto di alcuni coreografi italiani emergenti – Adriano Bolognino, Simone Repele e Sasha Riva – in una serata dedicata interamente ai giovani talenti.

La cura nella proposta artistica della stagione procede di pari passo con l’apertura del Teatro alla città. Per questo la rete di collaborazioni istituzionali all’interno di Roma si allarga sempre di più e si arricchisce di nuove relazioni progettuali e di future condivisioni. Con il MAXXI, Musica per Roma, con EUR S.p.A. attraverso EUR Culture per Roma, Romaeuropa Festival, l’Istituzione Università e Concerti, Festival Equilibrio, la Soprintendenza Speciale di Roma, le Università e il mondo della scuola, con Atac, con i quindici Municipi di Roma Capitale, presìdi fondamentali del territorio, e con alcuni pezzi della grande rete diffusa dell’associazionismo culturale di comunità.

«Il rapporto e le reti di relazioni che il Teatro ha con il territorio, con i municipi, ci permette di essere nella città, aperti alla città – sottolinea il sovrintendente Giambrone -. E questa è la particolarità di un teatro che vive una dicotomia tra due anime: quella di essere un teatro di comunità, di prossimità e di essere il teatro di rappresentanza del nostro paese».

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