Dopo settimane di stallo politico è stato raggiunto l’accordo per la nuova Commissione europea. Con 370 sì, 282 no e 36 astensioni, il 27 novembre la plenaria del Parlamento europeo, infatti, ha approvato con voto palese il nuovo collegio dei Commissari che accompagneranno Ursula von der Leyen in questa legislatura. È importante evidenziare che 14 Commissari sono di espressione del Partito dei Popolari, 5 dei Socialisti (S&D), 5 dei Liberali (Renew), 1 dei Conservatori (ECR) ed 1 dei Patrioti (PfE). Questo dato conferma come il Partito Popolare sia stato determinante non solo nella scelta dei vertici delle istituzioni europee, con l’elezione di Ursula von der Leyen e di Roberta Metsola, ma anche nella definizione delle strategie europee della legislatura appena iniziata.
Nella formazione della nuova Commissione l’Italia ha saputo esercitare la sua autorevolezza rivendicando di essere tra i fondatori dell’Ue e tra le prime economie al mondo nonché la sua stabilità politica quale elemento di forza in questa delicata fase europea. In particolare bisogna riconoscere il ruolo del ministro Antonio Tajani, segretario nazionale di Forza Italia e autorevole vice presidente del Partito Popolare Europeo, per aver portato il PPE a sostenere e difendere la candidatura di Raffaele Fitto, candidato commissario indicato dall’Italia.
Nelle settimane precedenti le audizioni, e nella fase di negoziato tra i vari gruppi politici, infatti, a fronte delle polemiche e delle critiche della sinistra sulla vice presidenza esecutiva proposta per Fitto dalla von der Leyen, Forza Italia ed il PPE hanno, invece, spiegato l’importanza di tale riconoscimento, a favore dell’Italia e non di un partito, oltre a garantire la convinta posizione europeista di Raffaele Fitto ed il suo impegno, nella nuova veste di commissario, di rappresentare l’Italia all’interno delle Commissione europea.
Adesso l’Italia, con la nomina di Fitto come vicepresidente esecutivo con delega alle politiche di coesione, riforme, sviluppo regionale e città, sarà chiamata a svolgere un ruolo fondamentale. C’è la necessità di costruire una leadership europea in cui il nostro paese dovrà assumere un ruolo più attivo rispetto al passato. La Presidente della Commissione europea è consapevole di questa esigenza, come ha dimostrato nel suo discorso tenuto al Parlamento europeo in cui ha evidenziato le tante incertezze globali, in primis quelle dovute ai conflitti in corso, l’emergere di sentimenti antioccidentali alimentati da vecchie ideologie usate da nemici dell’Occidente e l’instabilità delle relazioni interne.
La von der Leyen ha anche sottolineato come il panorama mondiale sia caratterizzato da un cambio di paradigma: la globalizzazione tradizionale sta cedendo il passo a un’economia basata sulla sicurezza, non solo militare, ma anche commerciale e strategica. Questo nuovo scenario richiede relazioni e investimenti innovativi per garantire stabilità e continuità economica.
È importante mettere al centro del nostro futuro il valore della libertà e della democrazia che mai come oggi sono minacciate da ambizioni territoriali. La difesa di questi principi richiederà sacrifici e politiche innovative per prevenire errori del passato che potrebbero impedire di affrontare le minacce future in maniera consona.
L’Europa deve avere un ruolo da protagonista nello scacchiere globale e, per farlo, deve agire con azioni concrete per preservare la sicurezza e la democrazia. Ora più che mai, infatti, è il momento di un’Europa più forte e coesa che sappia assicurare stabilità e, soprattutto, credibilità in un momento storico e politico così importante e delicato.