Il 17 agosto di 9 anni fa veniva a mancare Francesco Cossiga, già Presidente della Repubblica e figura di primo piano della nostra storia nazionale. La Fondazione Craxi l ha voluto ricordare tramite la pubblicazione di una lettera inedita, parte del fondo archivistico “Bettino Craxi”. Una missiva che il leader socialista scrisse a Cossiga durante gli anni del suo esilio da Hammamet.
La lettera
“Caro Presidente,
mi auguro che tu stia bene e leggo con piacere ciò che scrivi a proposito di questa Araba Fenice chiamata “riforma costituzionale”.
Leggo pero’ anche cosa scrivi riguardo a Di Pietro: “Poveretto ha tanti guai. Lasciate in pace Di Pietro”.
Ti confesso che sin dall’inizio non ho mai capito la tua posizione a proposito di questo signore. Mi sono chiesto tante volte a che cosa fosse dovuta. Il Di Pietro non è un poveretto e non puo’ affatto essere lasciato in pace. Era un piccolo imbroglione divenuto poi, per opera e merito d’altri, un grande avventuriero. Tutta la vita del Di Pietro, che non chiamo dottore perché anche la sua laurea è dubbia, è costellata di illegalità, di ruberie, di furbizie e di violenze. I suoi “guai” sono più che fondati e sono solo una parte di quelli che potrebbero presentarsi.
E’ ben possibile che in questa Italia devastata dalla giustizia politica e dove si svolge una lotta politica senza ideali tra bande di puro potere, la giustizia politica ed i suoi associati riescano ancora una volta a mettere tutto a tacere su questo e soprattutto su altro. In ogni caso non staro’ zitto io. Sino ad ora subendo quello che ho subito e subisco, ivi compresa una sentenza della Cassazione che si è messa sotto i piedi anche una pronuncia chiarissima della Corte Costituzionale, senza che un’ombra di costituzionalista levasse una parola di protesta, mi sono imposto una condotta di estrema responsabilità. Aspetto ancora con pazienza una soluzione politica. Se non verrà e se mi convincerò che è inutile farsi illusioni, credo che la mia reazione, peraltro molto documentata non mancherà, e renderà un buon servizio all’Italia e alla storia.
Quanto al Di Pietro, come un suo libro, certo non scritto da lui, non meritava una tua prefazione, la sua attuale situazione non merita proprio quello che dici. Io mi auguro ancora che tu stesso riprenda il tema della “operazione verità” di cui si è parlato e si parla.
Ricordo, di tanto in tanto, i tempi passati e ti invio un fraterno saluto.”
Bettino Craxi