La Giornata Mondiale degli Abbracci

Oggi – 21 gennaio 2022 – è la Giornata Mondiale degli Abbracci. Evento mai sentito così intensamente come negli ultimi anni in cui la situazione di emergenza sanitaria ha impedito a tutti di godere del calore benefico trasmesso da un abbraccio.

Il National Hugging Day, quattro giorni dopo il Blue Monday (il giorno più triste dell’anno), è una ricorrenza istituita in Michigan nel 1986 dal prete Kevin Zaborney con lo scopo di diffondere un senso di positività, gioia e affetto, persi con la fine delle festività natalizie e l’incombere del freddo sia atmosferico sia emotivo.

Un abbraccio è benefico per la mente e per il cuore e trasmette fiducia, protezione, calma anche nei momenti più difficili, stemperando momentaneamente il dolore. Il nostro corpo è in grado di produrre le endorfine, cioè sostanze prodotte dal lobo anteriore dell’ipofisi, godendo di proprietà simili alla morfina e all’oppio. Viene stimolata anche la serotonina, cioè l’ormone del buonumore, promuovendo così un maggior equilibrio psico-fisico e una diminuzione della pressione arteriosa e dello stress, a seguito della produzione dell’ossitocina nell’ipotalamo.

Nel 1970 la psicoterapeutica Martha Welch, attraverso la tecnica Holding, ha constatato l’effetto benefico dell’abbraccio materno per i bambini autistici: la mamma assorbe e placa tutti i disagi del piccolo, curandolo e facendolo sentire al sicuro tra le sue braccia. Il potere curativo degli abbracci risale sin dall’epoca dei Celti che prescrivevano come cura proprio l’abbraccio di un albero, atto a ritrovare la pace interiore.

Lo psicologo David Schnarch ha dimostrato che l’Hug Therapy è più intensa di un bacio, sicchè abbracciare qualcuno significa entrare in contatto proprio con la parte più intima e impenetrabile dell’altro.

 Come afferma Paulo Coelho “quando abbracciamo qualcuno in modo sincero guadagniamo un giorno di vita”: si dice che servano dai quattro ai dodici abbracci al giorno per usufruire dei benefici dell’abbraccio.

Già prima del distanziamento sociale imposto dal Covid i nostri cuori erano sopraffatti dalla frenesia dei ritmi rocamboleschi della routine quotidiana: essere in orario sulla tabella di marcia, portare a termine mille impegni con scadenze disumane, sprecare il poco tempo libero sui social, dimenticandoci così della presenza vera seduta proprio vicino a noi. Durante il periodo di quarantene Facebooh ha, ad esempio, introdotto l’emoticon dell’abbraccio per superare le distanze forzate e trasmettere un senso di calore, seppur virtuale.

L’abbraccio, dunque, infonde un senso di leggerezza, di benessere, colma il vuoto interiore, cura le ferite dell’anima, facendoci sentire nel posto giusto al momento giusto. Dovremmo abbracciarci molto di più, perderci nel vortice curativo dell’abbraccio e lasciarci avvolgere con un sospiro di sollievo, per non sentirci più soli. Quando le parole non bastano, lasciamo parlare l’abbraccio e capiremmo che, navigando all’interno di una nave chiamata Vita, siamo tutti simili, alla ricerca di un’àncora di salvezza che porti comprensione, amore e serenità.

Prendi te come esempio.

Tu sei unico e anche io sono unica.

Ma se ti abbraccio non sei più solo e nemmeno io sono più sola. (D. Grossman)

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