La D.A.D., didattica a distanza, per quanto possa apparire innovativa, non è un idea recente ma affonda le sue radici in qualche decennio addietro. Infatti, seppure siamo abituati a collegare immediatamente D.A.D. agli strumenti che ci offre internet, già negli Anni ’50 del secolo scorso si sentiva l’esigenza di ideare delle forme di educazione scolastica per quei fanciulli che non potevano, per cause di forza maggiore, frequentare la scuola ed in particolare in alcuni reparti ospedalieri vennero inaugurate delle sezioni scolastiche e questo in particolare laddove i ricoveri duravano per considerevoli termini di tempo.
La Circolare Ministeriale 2 dicembre 1986, n. 345 ufficializza la nascita delle sezioni scolastiche all’interno degli ospedali e la Circolare Ministeriale n. 353 del 1998 ribadisce il concetto di determinare per i “piccoli pazienti il diritto–dovere all’istruzione e contribuire a prevenire la dispersione scolastica e l’abbandono” (non dimentichiamoci che quello dello studio non è solo un diritto ma anche un dovere per la formazione del cittadino al fine del corretto esercizio dei propri diritti e dell’osservazione dei propri doveri nell’ambito della società), per giungere, infine, al D.M. 461 del 6 giugno 2019 adotta le “Linee di indirizzo nazionali sulla scuola in ospedale e l’istruzione Domiciliare”.
A prescindere da intenti storici (necessari per comprende il fatto che il mondo educativo italiano non ha da oggi interessi in questo ambito ma il problema e la ricerca di soluzioni le sono inveterate), gli articoli in questa sezione che succederanno al presente intendono puntare l’attenzione su quelle che sono le esigenze quotidiane ed in particolare nella nostra realtà, aggravate dal particolare contesto che stiamo vivendo a causa dell’emergenza sanitaria.
Cominciamo, perciò, a vedere quali sono i problemi e le soluzioni nel territorio che si trovano ad affrontare e proporre le istituzioni locali, pubbliche e private.