Un altro trionfo per il primo ministro ungherese Viktor Orban e per il presidente serbo in carica Aleksandar Vucic, che nelle elezioni tenutesi domenica 3 aprile hanno visto riconfermate le loro leadership alla guida dei rispettivi paesi. Due vittorie che segnano un importante traguardo per le coalizioni di destra in Europa.
IL QUARTO MANDATO DI ORBAN
Il premier ungherese Viktor Orban viene riconfermato il quarto mandato consecutivo. L’annuncio della vittoria arriva a spoglio ancora in corso, a circa il 70% dei voti scrutinati, quando era già chiaro che la coalizione composta dal partito di governo Fidesz e dai cristiano-democratici di Kdnp sarebbe stata chiamata nuovamente alla guida del paese.
“Questa nostra quarta vittoria consecutiva è la più importante, perché abbiamo conquistato il potere contro un’opposizione che si era alleata. Si sono alleati tutti e noi abbiamo vinto lo stesso contro tutti” ha dichiarato il rieletto premier che, come riportato da Ansa, sottolinea come il risultato di queste elezioni sia “un chiaro segnale a Bruxelles”.
Nel suo discorso della vittoria al termine delle elezioni, Orban ha elencato i suoi nemici: “la nostra sinistra nazionale e internazionale, i burocrati a Bruxelles, il finanziere George Soros, i media e i centri di potere internazionali e persino il presidente ucraino Volodymyr Zelensky”, che pochi giorni fa l’aveva accusato di essere “l’unico in Europa a sostenere ancora Vladimir Putin”.
Secondo i primi risultati ufficiali parziali pubblicati dal comitato elettorale, riportati dall’agenzia Agi, Fidesz ha ottenuto oltre il 53,1%, mentre i sei partiti di opposizione, messi insieme in una lista unificata guidata da Peter Maki-Zay si sono attestati al 35%.
“In un sistema ingiusto e disonesto come questo non potevamo fare di più” ha affermato il leader dell’opposizione al termine delle elezioni, ammettendo la sconfitta.
Dalla Russia il presidente Vladimir Putin si congratula con il premier ungherese Viktor Orban per la vittoria del suo partito alle elezioni parlamentari in Ungheria. Ad affermarlo è il Cremlino in una nota riportata da Tass.
Putin ha detto di essere fiducioso che un ulteriore sviluppo delle relazioni bilaterali corrisponda pienamente agli interessi di entrambe le nazioni.
Anche il leader della Lega, Matteo Salvini, si congratula con il primo ministro in un tweet: “Bravo Viktor! Da solo contro tutti, attaccato dai sinistri fanatici del pensiero unico, minacciato da chi vorrebbe cancellare le radici giudaico-cristiane dell’Europa, denigrato da chi vorrebbe sradicare i valori legati a famiglia, sicurezza, merito, sviluppo, solidarietà, sovranità e libertà, hai vinto anche stavolta, grazie a quello che manca agli altri: l’amore e il consenso della gente. Forza Viktor, onore al libero Popolo ungherese”
IL TRIONFO DI VUCIC
Vittoria anche per Aleksandar Vucic, capo di Stato uscente in carica dal 2017 e riconfermato al primo turno nella giornata di domenica, dove in Serbia si è votato contemporanea per le parlamentari anticipate, le presidenziali e le amministrative in 14 Comuni, compresa la capitale Belgrado.
In un discorso al quartiere generale dell’Sns – il Partito progressista serbo – il rieletto Vucic ha rivendicato la sua vittoria alle presidenziali con un consenso stimato fra il 59,9% e il 61%, pari a 2 milioni e 250mila voti.
Pesante la sconfitta dell’avversario Zdravko Ponos, candidato dell’opposizione unita, il quale ha ottenuto il 17,7%, mentre a Milos Jovanovic del movimento Nada (Speranza per la Serbia) è andato il 5,9%.
Alle parlamentari l’Sns ha ottenuto il 44%, all’opposizione unita è andato il 13,6%, mentre il Partito socialista serbo (Sps) di Ivica Dacic ha chiuso con l’11,4%.
“Il prossimo governo sarà molto forte e stabile” ha assicurato il confermato neopresidente, secondo quanto riportato da Rainews. “Di sicuro proseguirà l’alleanza con l’Unione degli ungheresi di Voivodina, con cui sarà garantita la maggioranza assoluta”.
Sulla guerra in Ucraina, Vucic ha riconfermato sia la sua volontà di mantenere buoni rapporti con la federazione russa di Vladimir Putin, sia di voler proseguire nella sua politica di neutralità militare.
“Dobbiamo vedere cosa fare per ciò che concerne il petrolio, vi saranno colloqui sul gas. Continueremo ad affrontare tali problemi, ma quello che è importante per gli europei, per i russi e per gli americani è che proseguiremo nella politica di neutralità militare e non aderiremo ad alcuna alleanza militare”, ha affermato il rieletto presidente, rispondendo a una giornalista russa al termine del suo intervento in tarda serata al quartier generale del partito Sns.