InnovAzione: un booster per il Design, come il nuovo Patent Box sta aiutando e può aiutare le aziende del Made in Italy

In partnership con lo Studio Legale Improda – avvocati associati

Con il Decreto Fiscale del 21 ottobre 2021 (modificato in sede di Legge di Bilancio per l’anno 2022) è stato modificato il regime di agevolazione fiscale denominato Patent Box. Si è passati da uno strumento di agevolazione che premiava le aziende garantendo una detassazione di porzioni di reddito direttamente derivanti dall’utilizzo di beni intangibili, ad una misura che garantisce un vantaggio commisurato ai costi sostenuti per la ricerca e lo sviluppo di software protetti da copyright, brevetti industriali e disegni e modelli.

Agli esordi della nuova disciplina, avevo auspicato che la norma potesse, da un lato, dare un’ulteriore spinta alla brevettazione già decisamente aumentata negli anni di vigore del vecchio Patent Box ed allo sviluppo di software in un momento fondamentale verso la transizione al modello di Industria 4.0. Dall’altro lato, immaginavo che in punto di design (disegni e modelli nella formulazione del legislatore del Decreto Fiscale) l’agevolazione potesse davvero riscontrare un enorme successo.

Di design, infatti, vivono molte delle Aziende del c.d. Made in Italy, dalla moda e alla gioielleria, dall’arredamento alla pelletteria, dalla ceramica all’abbigliamento. Queste aziende sostengono notevoli costi di ideazione di nuovi design sia con riferimento agli studi per verificare novità ed individualità al fine di evitare di cadere in contraffazione che con riguardo alle risorse interne alle Aziende stesse oltre che alle collaborazioni con soggetti esterni che spesso “prestano” le proprie idee per vederle realizzate e diffuse nei mercati di riferimento.

Ebbene, il nuovo Patent Box può dare un decisivo stimolo al ricorso al deposito di disegni e modelli, sia nazionali che europei, conferendo così nuova forza ad un bene intangibile la cui potenzialità è stata spesso sottostimata soprattutto per il generale scetticismo sulle capacità di tutela derivanti dal suo ottenimento. La possibilità di valorizzare anche i costi connessi allo sviluppo dell’intangibile e non soltanto quelli di mero deposito (peraltro consuetamente non gravosi per le Aziende), potrebbe far superare quello scetticismo e dare ulteriore impulso al design, al di là della sua capacità di tutela.

I dati ricavati dal report WIPO per l’anno 2023 sembrano, in questo senso, confortanti. Viene, infatti, certificato per l’Italia un cambio di passo considerevole nel deposito di design (+15,7%): che su questo dato abbiano inciso le ricadute fiscali derivanti dalle modifiche apportate negli anni al Patent Box, è una possibilità certamente non trascurabile.

Ancora una volta, com’è avvenuto con la vecchia normativa sul Patent Box, la proprietà intellettuale da strumento difensivo diventa vera e propria forza attrattiva di risorse economiche, da destinare alla continua evoluzione ed alla competitività delle aziende. D’altro canto, il riconoscimento di un premio a chi investe nell’attività di ideazione e sviluppo di disegni e modelli non può far altro che spingere ulteriormente verso il successo nei mercati internazionali tutto il nostro Made in Italy, valorizzando al tempo stesso il decisivo contributo che in questo mondo viene apportato dai nostri designer.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here