In Abruzzo la Lega domina, è la vittoria di Salvini. I 5 Stelle dimezzano i voti, il PD nasconda il simbolo

Concluse le elezioni regionali in Abruzzo, per partiti e movimenti politici, è tempo di una rapida analisi in vista delle prossime scadenze amministrative e, soprattutto, in vista delle elezioni europee del 26 maggio 2019.

Il trionfo del centrodestra è stato schiacciante, con Marco Marsilio (FDI) capace di intercettare il 48% dei consensi. Se il dato del candidato presidente stupisce, a saltare ancor di più all’occhio è il risultato della Lega.

Il partito di Matteo Salvini ha praticamente raddoppiato i consensi rispetto alle scorse elezioni politiche balzando, dal 13,9% del 4 marzo 2018, all’oltre 27,5% di questa tornata elettorale.

Ormai il Ministro dell’interno è sempre più leader della coalizione di centrodestra e si prepara alle elezioni europee continuando a spingere sui suoi cavalli di battaglia: sicurezza, immigrazione e quota 100. Il tutto perfettamente gestito grazie a una comunicazione politica impeccabile e capace di esaltare la sua figura, oltreché la leadership.

A crescere, oltre al “Carroccio”, anche il partito di Giorgia Meloni che, grazie anche alla candidatura di Marsilio – senatore di Fratelli d’Italia – riesce a raggiungere un ottimo 6,8%, solo due punti in meno rispetto a Forza Italia che si ferma al 9%.

Nel centrodestra i nuovi equilibri iniziano a delinearsi e, da qui al 26 maggio, sarà una partita all’ultimo voto per decidere se questa coalizione sarà a guida popolare o sovranista.

Certo è che, se il partito di Berlusconi cala di cinque punti percentuale, la bocciatura più clamorosa arriva per il Movimento 5 Stelle. La candidata grillina si ferma a 19 punti percentuali, letteralmente dimezzando i voti di un anno fa.

Dalla prova di governo il partito di Grillo esce con le ossa rotte, sfiancato da una Lega cannibale e da una sinistra che cerca di recuperare consenso con il civismo.

Infatti, il PD si ferma all’11%, ma la coalizione di centrosinistra raggiunge un risultato discreto, soprattutto grazie all’apporto di liste civiche a forte connotazione di area.

Ai Dem non resta che ripartire da questo, schiacciati dal loro stesso simbolo, troppo ingombrante per essere eretto a vessillo. Che inizino a prendere più seriamente il progetto di Calenda?

Vedremo nei prossimi mesi, l’unica certezza è che, da queste elezioni abruzzesi, l’unico ad uscirne vincitore è Matteo Salvini.

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