È iniziato il Festival del Metaverso, un’occasione di confronto sui temi dell’innovazione e del digitale. Sotto il patrocinio di illustri istituzioni, dalla Regione Piemonte al Parlamento Europeo, e assieme a main partner impegnati nel campo dell’innovazione come Mini, Ferrovie Italiane e Intesa San Paolo Assicura, la giornata sarà ricca di ospiti: rappresentanti delle istituzioni, della pubblica amministrazione e del mondo delle imprese, personalità del mondo dello sport, della musica e tanti altri (il programma della giornata su festivalmetaverso.it).
Condividiamo un sondaggio (LAB 21.01) diffuso durante il Festival, che riporta l’opinione del campione intervistato, giovani under 35, dal titolo “Giovani & innovazione nello scenario del Metaverso”.
Innanzitutto, la domanda chiave del sondaggio, proposta non solo a giovani ma anche a individui appartenenti ad altre fasce di età, è “secondo lei il Metaverso è sicuro?”. In generale, il 24% del totale del campione ha risposto di sì; ciò dimostra che da un lato c’è la volontà di avvicinarsi a un mondo nuovo e interessante, dall’altro, però, che ancora la fiducia nel settore deve essere guadagnata.
È stato chiesto anche “quali dispositivi utilizza o utilizzerebbe per accedere al Metaverso?”. Il 39% del campione ha risposto smartphone e tablet; il 34% visori VR; il 21% personal computer; il 6% interfaccia aptica.
All’interrogativo “pensando al Metaverso cosa le viene in mente?”. Il 58% ha risposto “un universo virtuale e aumentato parallelo”; il 26% “la fusione tra il videogioco e il mondo reale”; il 16% “un videogioco”.
“Se conosce il Metaverso, ha mai fatto una esperienza immersiva?”. “Sì l’ho fatta”, il 7%; “no, ma la vorrei fare”, 63%; “no, non la vorrei fare”, 14%; “sono ancora indeciso”, 16%.
“Secondo lei in che modo il Metaverso rivoluzionerà la nostra società?”, il 16% degli intervistati ha risposto “offrendo nuove possibili identità”; il 18% “offrendo nuovi spazi e strumenti tecnologici”; il 21% “abbattendo le distanze spaziali”; il 22% “offrendo nuove opportunità di lavoro”; il 23% “favorendo gender e age equality”.