Nella vetrina del festival della media e piccola editoria di Roma “Più libri più liberi”, il giorno 8 dicembre nella sala Marte ha avuto lugo l’evento per la presentazione del nuovo libro di Jérôme Sueur “Storia Naturale del silenzio”. Sono intervenuti Alessandro Gazoia, direttore editoriale della casa editrice Nottetempo, e l’autore Jérôme Sueur, direttore del laboratorio di bioacustica del museo di storia naturale di Parigi. Hanno creato un bellissimo dialogo su che cos’è il silenzio e sulle differenze tra i suoni naturali e antropici, argomenti centrali del racconto.
Jérôme Sueur nel suo libro riesce a comunicare in maniera ottimale con il lettore, avendo creato un testo rigoroso che si avvicina al suo studio scientifico ma che sia facile anche per i non esperti. Per spiegare cos’è il silenzioAlessandro Gazoia ha usato un esempio preso dal film “2001:Odissea nello spazio”, nel quale un gruppo di ominidi mentre dormono nel silenzio della notte sentono per la prima volta i “rumori” degli animali. Questi vengono visti come rumori e sentiti con timore poiché non siamo più abituati ai suoni della natura.
Il libro parte con un esperienza sonora in mezzo alla neve nel quale l’autore si stacca dalla famiglia e passeggiando in natura si accorge dell’assenza di suoni. Ma è veramente così? No, perché inizia a sentire suoni che non ricordava e la sua passeggiata non era nel vuoto ma in un posto vivo.
Questo passo fa capire come l’uomo si sia progressivamente abituato ai rumori antropici e soprattutto abbiamo sviluppato sempre di più la vista rispetto all’udito. La progressiva perdita dell’udito ci sta privando di un senso molto importante per ottenere informazioni in più riguardo un ambiente, sia questo naturale che antropico.
Che cos’è il suono? Secondo Jérôme Sueur è caratterizzato da tre forme: il segnale che ci dà la possibilità di captare delle informazioni. Il rumore che invece disturba la fruizione del segnale e il silenzio visto come assenza delle prime due forme.
Il suo studio e di conseguenza il libro indagano il suono con un punto di vista diverso. Fermarsi, ascoltare e registrare i suoni che si sentono in ambienti naturali. Dove il suono assume forme particolari. La sua idea è quindi di prendersi del tempo per ascoltare, cercando di cambiare il nostro punto di vista e tenendo conto che i nostri suoni sono disturbo per l’ambiente naturale. Questo può dare di nuovo la parola agli animali e alle piante.
Il lockdown ci ha permesso di rivalutare il nostro punto di vista. Chi era abituato ai rumori del motore delle macchine, degli arei e dei clacson tutto il giorno ha riscoperto le parole della natura. Abbiamo pensato che fossero tornati a parlare dopo tempo di silenzio, ma in realtà la natura ha sempre parlato solo che erano sovrastati dall’inquinamento acustico e noi non potevamo e non possiamo sentirli.
Il dialogo tra Alessandro Gazoia e Jérôme Sueur dal suono è passato al silenzio. Quest’ultimo può essere assoluto quando ci sono 0 decibel e di conseguenza non c’è più vita. Perché quando c’è vita non c’è silenzio e naturale pieno dei suoni della natura e privi dei rumori umani. È presente anche un silenzio amoroso dovuto ai comportamenti sessuali di molte specie, dove il silenzio è usato per dare tempo alle femmine di scegliere il partner migliore, ma anche per riuscire a prevalere su un maschio che sta sfruttando la loro energia per fare un richiamo d’amore. Il silenzio lo si può trovare anche nella predazione. I predatori lo sfruttano per avvicinarsi di soppiatto e senza essere visti, aumentando le loro possibilità di nutrirsi.
La cosa più sconvolgente del silenzio è quando diventa assoluto. Non essendo un evento naturale lo si può ricondurre ad una causa antropica, come viene descritto da Rachel Carson nel suo libro “Primavera silenziosa”. Dove viene notato che con l’arrivo della primavera sia diminuito il classico suono della natura che si risveglia. La causa viene imputata non solo ai rumori delle città ma anche all’azione di pesticidi e insetticidi che con il tempo hanno intaccato la catena alimentare, partendo dal distruggere gli insetti sulle piante arrivando a ridurre nel tempo la biodiversità presente nelle aree naturali vicino le città.
Lo stesso Jérôme Sueur ha notato come nella campagna parigina sia scomparso il suono della natura, facendolo diventare un ricordo lontano e portando inevitabilmente questi ambienti ad un silenzio assoluto. Che viene riempito solamente dal rumore antropico.
La speranza che ci porta l’autore è quella che l’uomo riesca di nuovo a riscoprire ila natura, di sviluppare un atteggiamento diverso da quello usato finora che ci permetta di beneficiare dei Rumori naturali fondamentali anche per staccare dalle nostre vite frenetiche. L’attivismo ambientale degli ultimi anni ci sta portando sulla buona strada.
Andiamo in natura, fermiamoci ed ascoltiamo ciò che ci circonda e forse potremo tornare a capire i dialoghi che sentiamo in una foresta, al mare o su un prato verde, come facevano i nostri antenati o fanno le tribù indigene.