Il Presidente di “Esperienza Italia” Torracca: Albania e Italia sono partner naturali

Una relazione storicamente stretta collega Italia e Albania, paesi economicamente segnati da diversi gradi di sviluppo ma protagonisti di interazioni mai dismesse. Appena caduta la Cortina di Ferro comunista anche a Tirana e dintorni tre decenni fa, Roma è ritornata nel paese dirimpettaio balcanico attuando nell’arco di 8 anni tre missioni militari e umanitarie (Pellicano, Alba, Arcobaleno) per lenire gli effetti di insicurezza alimentare, di ordine pubblico e crisi dei profughi kosovari provocati da un traumatico passaggio alla democrazia pluralista e il posizionamento geografico in una regione travolta dalle guerre jugoslave.

Al passaggio del nuovo millennio l’interazione si è concentrata sul sostegno da Roma alla prospettiva d’adesione dell’Albania nell’Unione Europea e un incremento della presenza economica italiana nel Paese delle Aquile, con interscambi commerciali che superano ampiamente il miliardo d’euro. Nel solo 2022 l’export dall’Italia verso il vicino adriatico ha segnato la cifra di un miliardo e 739 milioni d’euro, numero superato nell’area extra-UE dei Balcani Occidentali solo dalla Serbia (2 miliardi e 221 milioni d’euro), la quale costituisce un mercato più di due volte maggiore rispetto all’Albania. Prolifico trait d’union tra i due paesi la presenza in Italia di una nutrità comunità della diaspora albanese, punto d’origine di 36.342 imprese con titolare da oltre Adriatico.

Ho parlato dei ponti economici dell’interazione italo-albanese con il dottor Andrea Torracca, già Responsabile del Coordinamento Estero per l’internazionalizzazione di Confesercenti e presidente dell’associazione culturale Esperienza Italia, entità nata nel periodo della pandemia di Covid-19 con l’obiettivo di supportare le aziende italiane a sfruttare la ripresa dopo lo stop imposto dal virus e con sedi sparse in Italia dal Veneto alla Sicilia e all’estero a Tirana, Kazakistan e Repubblica Ceca.

Esperienza Italia: qual’è il vostro “core business”, la vostra attività d’affari principale?

Penso che per descrivere al meglio l’azione di Esperienza Italia non debba essere vista o letta come core business, ma più come una vera e propria vision se vogliamo mantenere l’anglicismo. Esperienza Italia è una associazione nata con il preciso scopo di sostenere imprese ed istituzioni in questo complesso momento storico-economico. Momento complesso che ha sottolineato l’importanza della politica estera, sempre sostenuta anche in maniera pratica e fattiva con le nostri sedi estere.

Quali modalità operative si riscontrano nelle vostre interazioni nell’Europa dell’Est?

Parlare di Est ora non è semplice, anche perché parliamo di una zona con un primato sia in termini di popolazione di PIL. Se fino a qualche anno fa – prima dalla pandemia – si poteva pensare ad un futuro che avesse come nome la Belt and Road Initiative, che voleva avvicinare “ pesantemente “ la Cina al mercato europeo, ora penso che questo progetto sia un concetto superato e che l’interesse stesso della Cina ora sia guardare al corridoio asiatico, alla questione dell’indipendenza di Taiwan e, perché no, al futuro della Russia. Una visione totalmente inversa è quella degli Stati Uniti, che stanno riesercitando una forte influenza in Europa. Pertanto penso che il concetto di Est ora per l’Europa debba diventare balcanico. In questo nuovo contesto i Balcani potranno svolgere un ruolo fondamentale nella nuova composizione geopolitica mondiale, sia in ambito di forniture alimentari essendo una penisola ricca di acque e con un clima mite, sia in termini industriali, trovando ad oggi ancora una competitività a livello salariale ed una popolazione giovane.

Non si deve dimenticare il fatto che i Balcani si sentono a pieno titolo europei e stanno dimostrando l’attuazione di ragionamenti e progettualità  di unione complesse, come ad esempio l’iniziativa regionale Open Balkan, che con il libero scambio di merci fra i paesi aderenti (Serbia, Albania, Macedonia del Nord) ne aumenta la competitività e delinea un percorso comune con l’Unione Europea e il concetto stesso di legame economico, normativo e monetario su cui si basa l’Europa .

Come si presenta il clima economico che riscontrate in Albania?

L’Albania negli ultimi dieci anni ha avuto una trasformazione ed evoluzione senza precedenti. Tirana è di fatto una capitale europea e non ha nulla da invidiare alle altre. L’Albania sperimenta una crescita nel settore turistico  ogni anno del 30% ed ha molti settori ancora sottovalutati come l’agricoltura e l’allevamento che potranno essere importanti asset negli anni a venire.

L’asset agricolo rappresenta dal mio punto di vista l’obbligo per uno sviluppo concreto del Paese. L’Italia in primis ha un forte  bisogno di approvvigionamento di ortaggi, frutta e di animali da allevamento come bovini, suini ma anche avicoli .

L’Albania potrebbe essere il partner perfetto anche per la nuova area ZES Ionica, zona economica speciale che potrebbe unire in  un super hub agricolo la Basilicata e la Puglia, uno snodo che potrebbe essere una vera e propria breccia per tutto il mercato europeo .

Se non commette errori commessi da altri paesi come l’Italia (che è cresciuta per anni a due velocità fra Nord e Sud, situazione geograficamente opposta per l’Albania) e avrà la forza di non far scappare i giovani talentuosi e laureati, l’Albania potrà realmente far la differenza ed essere di fatto la porta dei Balcani. Ovviamente il governo dovrà aumentare gli investimenti nelle infrastrutture fondamentali per ogni tipo di sviluppo sia a livello industriale sia per i servizi per il settore turistico. Sono già in cantiere i nuovi aeroporti come quello di Valona, che dimezzerà il tempo di percorrenza per arrivare al Sud, parte del paese balcanico che rimane a trazione turistica, anche se sono in continuo  aumento gli agriturismi e le fabbriche tessili. Non vedo così impossibile l’idea del governo per coronare il progetto turistico costruendo proprio un aeroporto a Saranda, tramite l’operatività del quale si disputerebbe un accesissimo “derby turistico “ con la vicina Grecia.

Quali potrebbero essere nuove potenzialità da esplorare nella relazione economica tra l’Italia e il paese balcanico?

Le relazioni fra i due paesi dovrebbero essere naturali, ma sono assolutamente sottovalutate e ampiamente sottostimate. Le relazioni fra i nostri paesi dovrebbero essere naturali, sopratutto per la vicinanza culturale per quanto la popolazione albanese stimi e rispetti l’Italia e per come rappresenta il Made in Italy come un marchio di qualità e standard da raggiungere. Penso che dovremmo sviluppare molto più accordi commerciali in ambito agricolo e di allevamento, considerando la mancanza delle materie prime negli ultimi anni di ortofrutta per il nostro paese, che sta soffrendo forti e lunghi periodi di siccità e deve superare i recenti danni causati dalle inondazioni  emiliane.

Anche per il settore delle carni da lavorazione Tirana potrebbe essere un partner strategico visto che ad oggi in Italia le carni per la lavorazione arrivano surgelate dal Brasile.

Oltre agli scambi commerciali tra i nostri paesi sarà necessario un cammino culturale assieme. Sfortunatamente oggi in Albania sempre meno persone parlano l’italiano e sarebbe necessario apportare varie scuole di formazione italiane che dovrebbero effettuare corsi specifici in settori come la ristorazione e quello alberghiero. Di fatto penso che l’Albania sia un partner commerciale e culturale naturale e perfetto e con un futuro aumento degli scambi commerciali si potrà avere per entrambe le parti un reciproco giovamento.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here