Il pensiero della settimana: essere uomo

Cosa vuol dire essere uomo? È una domanda che forse tutti ,oggi giorno, dovremmo porci, riflettendo su questo tema spendendo parte del nostro tempo a interrogarci sul senso più profondo di tale concetto.

Il concetto di uomo non ha niente a che fare con la mascolinità, anzi’ la disdegna e la rifiuta perché inutile e fuorviante. La mascolinità ti allontana dal concetto di essere uomo, non ti permette di realizzarti in quanto tale. 

Essere uomo vuol dire innanzitutto essere coscienti di se stessi, riconoscere di non esser parte, forzatamente, di una categoria.  Uomo ci nasci e poi lotti una vita intera per meritarti di essere tale.

Negli anni l’essere chiamati uomini, veri uomini, ha comportato il doverci confrontare con dei falsi miti di forza, vigore e impassibilità agli eventi più duri della vita. Ha comportato la tristezza di non poterci esprimere per ciò che siamo, l’ansia di confrontarci con un modello imposto e difficile da mantenere ben cucito sulla nostra pelle, su misura come farebbe un buon sarto di bottega, di quelle con l’insegna esterna illuminata, sartoria  dal 1908.

Per intenderci, l’essere uomo non ha nulla a che vedere con i canoni sociali e i modelli imposti dal passato da una cultura antica della forza e del coraggio espresso dall’attività corporea, l’uso della muscolatura come dimostrazione esterna tangibile e visibile di vigore dell’anima.

Poter essere chiamato uomo, meritarsi questo appellativo è molto più vicino al concetto di umano. Uomo è quel ragazzo nato in un piccolo paese di provincia che a undici anni scopre di avere un’attrazione verso i compagni di classe dello stesso sesso e per anni combatte contro il pregiudizio, la meschinità dei giudizi della massa, che con coraggio si apre con i suoi genitori, non si lascia abbattere, lotta per essere se stesso, per innamorarsi e godersi l’amore, che cammina infischiandosene di un paese ancora retrogrado e bigotto nel quale bisogna ancora manifestare per i diritti  essenziali.

Uomo è quel padre che, con un stipendio di 1200 euro al mese, cresce i suoi figli tra mille difficoltà, non perdendo mai la voglia di insegnare loro i valori dell’onestà, dell’educazione e del sacrificio come mezzo per giungere al risultato, che insegna loro che possono farcela a prescindere dal posto in cui sono nati e dalla classe sociale da cui provengono costruendo, forse, a sua insaputa un mondo migliore.

Uomo è quel ragazzo che, spinto dalla voglia di poter costruire una vita migliore, attraversa il Mediterraneo per raggiungere l’Italia, in cerca di un futuro migliore, perché a casa sua gli uomini per bene del nostro occidente hanno  rubato tutto, anche i sogni della gente.

Uomo è quel ragazzo del sud che vive la sua infanzia circondato da esempi negativi e che, nonostante tutto, ha fiducia in se stesso, studia, si impegna e affronta il sacrificio più grande, lasciare la terra in cui è nato per avere un futuro e consentire ai suoi figli di avere maggiori opportunità.

Per me essere uomo significa rispettare il prossimo, avere il coraggio di affrontare le sfide più0 dure della vita per seguire un sogno, amare e rispettare il nostro o la nostra compagna di vita, essere solidali con il prossimo in difficoltà, rispettare la libertà di pensiero e di espressione di tutti, non usare violenza con i più deboli e cercare di costruire una propria coscienza sociale.

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