Il Patto del Brancaccio: Mastella in campo con noi Di Centro

Sabato mattina, ma la politica non dorme mai. All’Assemblea costituente di sabato 4 dicembre al Teatro Brancaccio di Roma Clemente Mastella, sindaco di Benevento, presenta noi Di Centro, neonato partito con chiari riferimenti nostalgici al polo centrista della Prima Repubblica. Una presa di posizione netta dopo i mal di pancia durante le scorse amministrative con il Pd?

Obiettivo primario? Ricostituire il Centro come punto di riferimento per “declinare in maniera diversa una politica che oggi soccombe a quello che sarebbe il suo compito.” Andare oltre la recente – e inconcludente – alleanza, avanti quasi per inerzia, del centrosinistra che – e qui un tono un po’ offeso – ha fallito nel supportare gli amministratori civili locali. “Non un centro sterile” bensì come “luogo geometrico e di riferimento sociale per chi ha perso fiducia nella politica e oggi si astiene. Possiamo recuperare questo spazio, ripristiniamo la politica su cui i cittadini possono fare affidamento.”

Non un Centro come reminiscenza del passato ma come nuovo polo influente e con potere decisionale, possibile solo attraverso un’alleanza forte e coesa tra partiti oggi smarriti nell’arco parlamentare. Arriva quindi l’appello esplicito a Italia viva e Coraggio Italia per costituire “una Margherita 2.0: assieme saremo una forza determinante per il Paese.” E adesso è il momento migliore: “Oggi più che mai ce lo chiedono gli elettori.” Anche al “pariolinoCalenda, nonostante la tendenza di Azione a dirigersi “verso un isolamento politico.” Critiche poco velate, invece, verso il Pd: “La sinistra è finita: il Pd è oggi costretto a rincorrere i 5 Stelle. La sinistra vinceva quando si alleava con il centro.” Un monito chiaro ai colleghi di sinistra: “Separati sappiamo entrambi di non farcela, un’alleanza al centro è necessaria per il Paese.”

Un grande Centro responsabile e decisivo anche in vista delle prossime politiche 2023. Soprattutto se al voto si andrà con il Rosatellum bis: “Se rimarrà questa legge elettorale, al Senato non vincerà nessuno delle due coalizioni e a maggior ragione saremo determinanti, ma solo se uniti e in grado di trasmettere il messaggio, concreto, di comprendere le necessità del Paese.”

Che il sindaco beneventano avesse grandi ambizioni non è novità. E adesso il suo partito è realtà. Ma sa che da solo non ce la può fare. Unire le forze è d’obbligo per essere l’ago della bilancia per la costituzione del prossimo governo. Mastella vuole riempire quel vacuo tra forze prima polarizzate e e oggi scombussolate dall’arrivo di Draghi.

È sabato mattina. E Mastella sigla il “Patto del Brancaccio”, come da lui soprannominato.

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