Il Lavoro nel cambiamento: ripensare il futuro tra tecnologia e dignità

Un saggio collettivo dell’Ente Culturale Malacoda analizza il ruolo del lavoro nella società contemporanea e le sfide che ci attendono

Il lavoro è da sempre uno degli elementi centrali della vita umana, non solo come mezzo di sussistenza, ma anche come veicolo di dignità, identità e realizzazione personale. Tuttavia, nel contesto attuale, caratterizzato da profonde trasformazioni economiche, tecnologiche e sociali, il lavoro è diventato un punto interrogativo che necessita di una riflessione collettiva.

A questo scopo, l’Ente Culturale Malacoda ha realizzato un saggio collettaneo edito da Castelvecchi, dedicato alla memoria di Aly Baba Faye. L’opera, impreziosita dalla copertina dell’artista Andrea Fogli, con il design di Bruno Apostoli, verrà presentata il 12 marzo 2025 al Teatro Porta Portese di Roma. L’evento vedrà la partecipazione di numerosi esperti e intellettuali, tra cui Alberto Improda, Irene Bregola, Alessandro Genovesi, Laura Ippoliti, Giovanni Fontana, Sergio Bellucci, Michele Fianco, Andrea Fogli, Marco Palladini e Tonino Tosto, con le conclusioni affidate a Pietro Folena.

Come sottolinea Simone Oggionni nell’editoriale del saggio, la scelta di dedicare questo numero monografico al lavoro nasce dalla necessità di comprendere e analizzare il contesto in cui viviamo. Il lavoro, infatti, non è solo una dimensione economica, ma anche un fenomeno culturale e sociale che incide profondamente sulle esistenze individuali e sulla struttura stessa della società.

L’evoluzione del lavoro si interseca con lo sviluppo tecnologico, che da un lato offre nuove opportunità, dall’altro solleva interrogativi cruciali: quale lavoro è possibile oggi? Quale sarà il lavoro del futuro? Come le tecnologie possono servire la liberazione del tempo umano, anziché intrappolarci in nuove forme di alienazione?

In un’intervista condotta da Pietro Folena, Alessandro Genovesi afferma che il lavoro rimane il principale strumento di dignità e libertà. Tuttavia, il dibattito attuale non si limita alla quantità di lavoro disponibile, ma si concentra anche sulla sua qualità: quanto deve essere faticoso? Quante ore sono realmente necessarie?

Questa riflessione si lega alla necessità di un nuovo modello lavorativo, in cui la tecnologia non sia al servizio dell’accumulazione cieca di produttività, ma della qualità della vita. In questo senso, il lavoro non dovrebbe essere una forma di oppressione, ma uno strumento di espressione e di crescita personale.

Nel proprio intervento, Zaira Belfiore e Christian Tosolin sottolineano come il lavoro sia oggi influenzato da fattori culturali, politici ed economici e giochi un ruolo chiave nelle relazioni sociali. Il lavoro è in continua evoluzione e viene costantemente ridefinito dall’impatto delle tecnologie emergenti, aprendo interrogativi su quale sarà il suo futuro e su come garantire che rimanga un mezzo di emancipazione e non di alienazione.

A fronte delle incertezze e dei cambiamenti in corso, il saggio si propone di offrire uno spazio di riflessione e confronto, per comprendere le sfide del presente e immaginare un domani in cui il lavoro possa essere davvero uno strumento di libertà. Un nuovo mondo è possibile, ma va costruito con consapevolezza e visione.

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