Il Festival di Cannes tra gli archetipi del passato e le innovazioni del presente

L’attesa è quasi finita. La 75esima edizione del Festival del cinema di Cannes avrà inizio il 17 maggio e terminerà il 28 con la premiazione dei vincitori. La splendida cittadina francese è pronta all’arrivo di numerosi spettatori, pronti ad assistere alla visione dei film e vedere idoli del cinema con i propri occhi.

Quello di Cannes è tra gli eventi cinematografici più importanti e prestigiosi a livello globale e ogni anno partecipano in gara numerosi film di varie nazionalità.

Il festival venne ideato da Philippe Erlangen, direttore dell’Association française d’action artistique, come risposta francese al Festival del cinema di Venezia e come simbolo di cinema libero. La prima edizione si sarebbe dovuta svolgere nel settembre del 1939 ma l’insorgere della guerra portò all’annullamento dell’evento.

Venne finalmente organizzato, nel 1946, al Casinò di Cannes, conquistando un numeroso pubblico. Per cercare di attenuare la rivalità con la Mostra del cinema di Venezia, si decise di spostare l’evento da settembre a maggio. Nel 1947 venne costruito il celebre Palais Croisette, luogo che ospitò il festival fino alla demolizione. Il prestigio del festival crebbe negli anni, grazie alle acclamate pellicole presentate e  grazie anche alla presenza di  personalità illustri del mondo dello spettacolo. 

L’edizione del 1968 fu molto turbolenta. A seguito delle manifestazioni organizzate in tutto il paese, molti giurati, tra cui Monica Vitti, si dimisero e Louis Malle, membro dimissionario della giuria, François Truffaut, Roman Polański, Jean-Luc Godard e altre persone chiesero l’interruzione delle proiezioni come gesto di solidarietà verso gli scioperanti. Il festival fu interrotto in anticipo e nessun premio venne assegnato.

Negli anni ‘70 ci furono dei cambiamenti. Vennero creati due comitati separati per selezionare film francesi e stranieri, la Caméra d’Or (premio per registi esordienti) e la gloriosa sezione Un Certain Regard (opereoriginali). Negli anni il festival si è sempre più aperto a livello mondiale ed è diventato un punto focale del cinema impegnato e indipendente.

Quest’anno in gara ci saranno diciotto pellicole, tra le quali primeggiano due registi italiani:  Mario Martone con “Nostalgia” e Valeria Bruni Tedeschi “Les Amandiers”, film attualmente tra i favoriti.  A primeggiare per la Palma d’Oro vi sono anche i film: “Armageddon time” di James Graycon, con protagonisti Anne Hathaway e Anthony Hopkins, e “Crimes of the future” di David Cronenberg con Kristen Stewart e Viggo Mortensen.

Recentemente ha fatto discutere il titolo in francese della commedia “Final Cut” di Michel Hazanavicius: “Z (comme Z)”. Il titolo è stato aspramente contestato dall’Ukraine Istitute, poiché la Z è stata utilizzata come simbolo pro invasione russa nella guerra in Ucraina, e ne è stato chiesto il cambio. A seguito di ciò, il titolo è stato cambiato in “Coupez!”.

La giuria è stata recentemente confermata e il presidente sarà l’attore francese Vincent Lindon, protagonista di “Titane”, film che lo scorso anno si è aggiudicato la Palma d’Oro. Nella giuria vi saranno, tra i tanti, l’attrice Noomi Rapace, la regista Rebecca Hall, il premio Oscar Asghar Farhadi e anche l’attrice nostrana Jasmine Trinca. Curiosamente, la Trinca debuttò nel film di Nanni Moretti “La stanza del figlio”, pellicola premiata con la Palma d’Oro nel 2001. Sarà loro compito scegliere e premiare il film migliore.

Il premio più prestigioso del festival è la Palma d’Oro, dedicato al miglior film. Venne introdotta nel 1955 e la sua forma è stata disegnata più volte nel corso degli anni. La Palma è realizzata in oro 24 carati e montata su un blocco di cristallo. Altrettanto importante è il Grand Prix, destinato al film di maggior originalità.

Come ogni anno, è stata fatta una grande pubblicità e promozione dell’evento. A colpire però molti cinefili è stato il poster ufficiale, un omaggio a “The Truman show” il film diretto da Peter Weir, ormai divenuto cult. Nel film, Jim Carrey interpreta Truman Burbank, un uomo dalla vita apparentemente perfetta, il quale scopre di essere il protagonista di una sorta di reality guardato da migliaia di persone in tutto il mondo e che, quindi, tutto ciò che ha sempre vissuto non è stato altro che una menzogna.

La locandina raffigura il protagonista in una delle scene più poetiche del film; Jim/Truman tocca un cielo nuvoloso salendo i gradini d’una scala, alla fine della quale troverà l’uscita dal mondo fittizio nella quale è cresciuto.

Anche per la Festa del cinema di Roma, tenutasi dal 14 al 24 ottobre scorso, è stato scelto come tema della locandina un omaggio cinematografico: l’iconica Uma Thurman in “Kill Bill: Volume 2” di Quentin Tarantino.

Questi omaggi riprendono due film meravigliosi, entrati nell’immaginario collettivo di tantissime persone, la cui scelta non è stata affatto casuale.

Uma Thurman trasmette energia e forza. Il suo personaggio, Beatrix Kiddo, è una donna libera e determinata, le cui azioni sono mosse da sentimenti forti come rabbia, amore e, sopratutto, vendetta. Una possibile esortazione a far ripartire il cinema con la stessa tenacia e forza, nonostante le difficoltà. Truman, invece, raffigura il cambiamento, la curiosità e la verità. In una nota del festival di Cannes è stato spiegato così l’utilizzo di tale film:“The Truman Show  è un riflesso moderno della grotta di Platone e la scena decisiva esorta gli spettatori non solo a sperimentare il confine tra la realtà e la sua rappresentazione, ma a riflettere sul potere della finzione, tra manipolazione e catarsi. Proprio come Truman sfugge alla falsità mentre sale, il Festival, con il suo famoso tappeto rosso ascendente, offre agli spettatori la verità degli artisti quando entrano in teatro”

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