Sally Rooney è una scrittrice, poetessa e saggista irlandese. Nel 2017 esordisce nella narrativa con il suo primo romanzo “Parlarne tra amici”. Sin dall’inizio Rooney stabilisce le tematiche fondamentali della sua scrittura, ma soprattutto analisi sincera: i suoi primi protagonisti sono trentenni, amici che condividono relazioni, amori, paure. tormenti, che caratterizzano la nostra contemporaneità. Partendo dalla sua prima storia, si comprende bene che l’intento della scrittrice irlandese è essere diretta nella narrazione della vita vera e concreta.
Non ci sono storie d’amore da sogno, ma di ogni relazione vengono analizzare le mille sfaccettature: vivere la sessualità in coppia, il tradimento, la fine di un rapporto e il tormento che ne deriva. A fare da sfondo è la nostra società che ai suoi personaggi, e, in fondo,a tutti noi, sembra dare i mezzi migliori per vivere. Siamo nell’epoca dei social che da un parte sembrano facilitarli/ci, ma dall’altra spesso sembrano amplificare le nostre paure. E alla fine, seppur con strumenti diversi, gli esseri umani si ritrovano a vivere le medesime vicende: Roneey in questo caso, per esempio, ci parla di un tradimento nella nostra epoca e dunque il modo per scoprirlo è oggi Whatsapp, Instagram. Un messaggio, un like, un commento: sono questi i segnali che ci tengono oggi costantemente in allerta.
In Parlarne tra amici, Rooney mette in scena la vita di tutti noi quando i nostri genitori ci dicono “ormai sei entrato nella vita adulta”, oppure “ormai le responsabilità sono le tue”. E così fa chiarezza su che cosa si prova a frequentare l’università, realizzare i propri sogni, trovare un lavoro appagante, convivere con coinquilini, fare ogni giorno mille incontri diversi, fare un lavoro per sopravvivere, per poter vivere da “fuorisede”.
Nel 2020 arriva in Italia il secondo romanzo, Persone normali, pubblicato sempre da Einaudi. È questo titolo a definire Sally Rooney un vero e proprio fenomeno a livello mondiale. Le sue storie si diffondono e arrivano a diversi lettori: la capacità di Rooney sta nel saper arrivare a tutte le fasce d’età. Come nel caso della storia di Marianne e Connell, due ragazzi che si incontrano a liceo e vivono il loro primo amore giovanile vissuto nella cornice del classismo e nel tormento di sentirsi inadatti. Da una parte abbiamo un ragazzo con problematiche economiche ma che è ben voluto da tutti a scuola; dall’altra una ragazza benestante e intelligente che vive nella solitudine, abbandonata non solo dagli amici ma anche dalla madre e dal fratello. È una storia d’amore che va nascosta. In quella che potrebbe essere una “banale storia tra adolescenti”, Rooney ci aggiunge un elemento che rende questo anche un romanzo di formazione: la capacità di Marianne di essere sincera nel raccontare la sua solitudine a Connell, ma anche l’ironia e la forza che ci mette per non farsi abbattere dallo sguardo altrui. E proprio questo suo atteggiamento porta il lettore a domandarsi che cosa significhi essere normale a questo mondo. Oppure “adatto” e “normale” non dovrebbero essere attributi di questo mondo.
Con il suo terzo romanzo, Rooney pone un’altra domanda: esiste un mondo bello in cui sperare?
I suoi personaggi, e gli stessi lettori, crescono. Arrivano ai trent’anni. Rooney stessa cresce insieme a loro essendo coetanea dei suoi protagonisti. E in questa storia racconta anche la vita stessa di una scrittrice, nel caso della protagonista Alice, ma anche di Eileen che con il suo lavoro da redattrice per una rivista letteraria riesce a pagarsi solo l’affitto.
Questo mondo fa paura ai quattro amici, è una società fortemente competitiva e spesso frustrante. Ma c’è un modo per poter alla fine sperare in un mondo bello: basta solo circondarsi delle persone giuste, dell’amore giusto. È in questo modo che si può cercare di trovare il proprio posto nel mondo. E questo non solo a trent’anni.
L’annuncio dell’uscita dell’ultimo romanzo della scrittrice irlandese, Intermezzo, ha suscitato grande attesa ed entusiasmo. In Italia, pubblicato anche dapprima in lingua inglese e poi pubblicato il 12 novembre da Einaudi, si è creata una vera e propria corsa in libreria.
Tuttavia il “fenomeno Rooney” non è solo una moda che viene seguita. Ci sono motivi validi che rendono le sue storie tanto attese.
Dapprima va sottolineata quanto la sua penna sia intelligente e fresca. Ciò le permette, per esempio, di non identificarsi come solo “letteratura al femminile”. I suoi personaggi hanno tutti la stessa valenza e tutti possono riconoscersi in loro. Questo permette ai suoi romanzi di avere più chiavi di lettura e quindi garantiscono anche diverse modalità ed esperienze di lettura.
Sono romanzi d’amore, di formazione, che guardano alla società, al contesto politico, alle problematiche economiche. C’è uno sguardo fortemente attento all’attualità, sfatando anche il mito del disinteresse dei giovani per il mondo che li circonda. E i problemi dei giovani e degli adulti non hanno più o meno importanza. Nelle sue storie ogni età raccontata ha qualcosa da dirci e da insegnarci.
Nel suo nuovo romanzo Rooney affronta un tema delicato, quello della morta dei genitori di Peter e Ivan Koubek. Due giovani fratelli che perdono il padre. Ciò che viene narrato è il periodo di interludio che si apre a seguito della tragedia. Un periodo di desiderio, di disperazione. E nel tormento che ne può derivare, resta un filo conduttore di tutta la scrittura di Sally Rooney: la vita può contenere in sé tante cose senza per questo andare a pezzi.