“Il Custode della Memoria”, questo il titolo del film realizzato dalla giovane regista Elena Giogli, lanciato ufficialmente il 16 luglio del 2022 e che disegna perfettamente i tratti e la personalità dell’eccentrico Dino Marinelli, storico custode della Pinacoteca di Città di Castello per ben 25 anni.
Incensata da molti premi, la pellicola ha fatto il giro d’Italia e di gran parte del mondo, vincendo tra gli altri l’ambitissimo “Sorriso Rai Cinema Channel” a Roma, consegnato da Claudia Gerini e Marco Giallini.
Il film racconta la storia di Dino Marinelli e della passione per il suo mestiere. La devozione e disponibilità per la gente lo ha sempre reso un vero e proprio personaggio, permettendogli di ricevere ogni giorno l’amore, la stima e gli apprezzamenti dei compaesani, turisti, critici e appassionati.
Dino, oggi, nonostante la veneranda età, ha deciso di mettersi in gioco e di seguire l’dea avuta della regista Elena Giogli e dall’amico Luca Rubini, storico proiezionista del cinema Eden di Città di Castello e oggi direttore esecutivo del film.
“I suoi comportamenti sono stati fin da subito da vera star di Hollywood, non si è inibito di fronte a niente e si è messo alla completa disposizione della troupe” ci racconta Elena ancora vibrante nell’evocare i ricordi di quest’avventura.
La pellicola ha permesso che Dino, di fatto il Cicerone di Città di Castello, venisse conosciuto ed apprezzato in tutta Italia, ma per onor di cronaca è necessario citare che la sua polivalenza ricade su molteplici ambiti, dalla poesia alla scrittura, fino ad arrivare alla critica artistica.
Rispondendo alle nostre domande Elena Giogli ha potuto rivelarci aspetti inediti del documentario, retroscena sulla produzione ed importanti emozioni provate dalla data del lancio ad oggi.
La prima indiscrezione rilasciata riguarda la genesi del progetto che rappresenta anche di fatto la prima opera della giovane regista “Per me che sono sempre stata orientata verso biografie e documentari ho subito notato che il personaggio da raccontare, e che avevo sempre cercato, si trovava proprio da anni nel mio paese natale di Città di Castello” afferma la Giogli parlando proprio di Dino, che tutti conoscevano e ammiravano già nella città, riconoscendogli l’appellativo del Charles Dickens umbro.
“Fin da subito Dino si è immedesimato nella parte, ha percorso sentieri, ripetuto scene più volte di giorno e di notte e mai si è lasciato scoraggiare, raccontandoci aneddoti sulla sua vita ed il suo trascorso.”
Elena ci racconta poi di una serata in particolare in cui Dino era stanco dopo una giornata di riprese, alla produzione però occorreva girare una scena importante per concludere le riprese in tempo per l’anteprima: occorreva quindi trovare uno stratagemma per convincere Dino a girare quell’ultima scena nonostante la stanchezza.
Era sera quando Dino, ormai in pigiama e pronto per coricarsi sente bussare alla porta di casa e aprendo vede la regista con in mano i cappelletti, tipico piatto umbro simil tortellini, da gustare in brodo. Dopo averli mangiati assieme, Dino si rinvigorì e prima di rimettersi a girare apostrofò con simpatia l’intelligente trovata di Elena come: “L’inganno del cappelletto”.
In ultimo Elena Giogli ci rilascia una considerazione finale su Dino Marinelli relazionato al suo più grande tesoro: La Pinacoteca di Città di Castello.
“Certo la Pinacoteca è straordinaria e racchiude opere meravigliose di Raffaello, Luca Signorelli e molti altri, ma con la passione ed il lavoro Dino si è eternato come opera principale del museo. È stata una sua scelta quella di non uscire mai a scoprire il mondo, ma dedicarsi esclusivamente ai lavori ed il mantenimento delle opere esposte, per permettere al mondo di entrare e vedere la bellezza custodita in pinacoteca e nella persona di Dino” ci racconta la regista.
L’intervista si chiude con una domanda secca. Tre parole per descrivere il Custode della Memoria, che la Giogli definisce: storico, artistico e sentimentale.