Dal nostro corrispondente Domenico Ercoli.
Oggi, dalle ore 11, in Piazza di Pietra (Roma) il centrodestra ha presentato il proprio candidato sindaco, Enrico Michetti, in tandem con Simonetta Matone. All’evento hanno partecipato, come relatori, i tre leader della coalizione: Salvini, Meloni e Tajani. Oltre a loro, in sala c’erano altri esponenti dell’alleanza, come Maurizio Lupi di “Noi con l’Italia”, diversi rappresentanti di “Cambiamo!” e “Coraggio Italia”. Al centro della discussione c’è stato l’interrogativo su come riportare Roma a splendere dopo cinque anni di amministrazione Raggi, molto criticata dai relatori. Giorgia Meloni è determinata a vincere e vanta il merito di aver espresso, personalmente, Enrico Michetti, che si è detto assai grato nei suoi confronti. Matteo Salvini, invece, si è concentrato sulla mala-gestione della giunta grillina, rispetto alle proposte vantate dal centrodestra, ha rilanciato l’idea della federazione e ha proposto Sgarbi come possibile assessore alla cultura. Per quanto riguarda i due candidati, Enrico Michetti ha incentrato il suo discorso sulla storia romana, i suoi fasti, contrapposti al degrado cittadino che c’è oggi. Simonetta Matone, dal canto suo, si è soffermata sulla sua storia professionale di magistrato, “mai iscritta a correnti” e scelta sempre per rapporti fiduciari coi vari ministri.
Di seguito vengono riportate le principali dichiarazioni dei due candidati, del Segretario della Lega, della Presidente di Fratelli d’Italia e di Vittorio Sgarbi per la lista Rinascimento.
Enrico Michetti: “Roma non è ingovernabile, ma c’è bisogno di onestà e competenza. È la città più complessa al mondo, rappresenta un unicum. […] Io fino a 15 giorni fa non sapevo neanche che questo sarebbe stato il mio percorso. Ero lontano dalla politica, imparziale. Giorgia mi ha stupito, sono rimasto folgorato dal nostro incontro. Noi dobbiamo ascoltare la gente, mi ha detto, e io credevo che queste parole in politica non potessero esistere. […] Gli altri candidati non sono né nemici né avversari, ma colleghi, di cui ho il massimo rispetto. […] Il programma dovrà essere condiviso (con gli alleati ndr). […] Questa è la più grande occasione della mia vita”.
Egli, durante il suo intervento, si è lasciato andare a narrazioni sulla storia romana, affermando che il suo imperatore preferito è Cesare Ottaviano Augusto e che, quando lo chiamano “tribuno”, egli si sente orgoglioso di tale appellativo, perché significa essere uno del popolo. Inoltre, per rimarcare l’importanza di essere cittadini romani, ha ricordato le parole di San Paolo sulla via di Damasco: civis romanus sum. Infine, per spiegare la politica, secondo il suo punto di vista, ha usato la seguente metafora: “La politica è come la cartilagine all’interno di un ginocchio, è qualcosa che non si può sostituire”.
Simonetta Matone: “Se verrò eletta, mi metterò in aspettativa dal mio incarico di magistrato. Nell’ambito della mia professione, mi riconosco una sola dote: l’equilibrio. Nella mia vita professionale non ho mai fatto parte di “cordate” (correnti, ndr). Ho avuto incarichi estremamente importanti, ma mai per accordi para-politici o correnti. Sempre, invece, per rapporti fiduciari coi ministri che mi hanno scelto. […] Ho avuto un rapporto costante con la politica, ma pulito e inattaccabile. Roma deve diventare la capitale dei diritti dei più deboli, di chi non ha voce, coinvolgendo chi ha di più in uno sforzo estremo”.
Matteo Salvini: “Roma deve tornare a essere amica delle imprese. Cinque anni di Raggi hanno bloccato tutto e la città andrà ridisegnata. […] Dietro ai due candidati non ci sono solo tre partiti, ma una squadra da federare. Tre i temi: ambiente, sport e cultura. La città andrà trasformata nei cinque anni a venire: da città del degrado a capitale europea della pulizia e del riciclo. La Lega e il centrodestra saranno ambientalisti nei fatti”.
Giorgia Meloni: “Abbiamo scelto un civico perché volevamo ampliare il fronte rispetto ad altri candidati di espressione politica. Sono fiera della scelta fatta. Noi non abbiamo fatto il gioco della distribuzione sulla pelle dei cittadini. Al secondo turno conta la capacità del candidato di essere trasversale, deve essere una figura di tutti. Ecco perché un civico. […] Simonetta Matone l’abbiamo vista tante volte in televisione per parlare di tematiche sociali; Enrico conduce un programma radiofonico che gli ha fatto guadagnare il rispetto di migliaia di cittadini che lo ascoltano. […] A Roma si rispettano le regole e nessuno rimane indietro. Noi siamo qui per vincere”.
Vittorio Sgarbi: “Rinascimento avrà buona fortuna alle elezioni e io ho voluto parlare immediatamente coi candidati sindaci. […] Non credo che per me sia necessario fare l’assessore, non è certo un’ambizione, non ho bisogno di sedermi da nessuna parte. Semmai un assessore “in piedi”, come la città ha bisogno. […] Il generale Figliuolo potrà essere un eccellente commissario per l’emergenza romana.