Dall’6 all’8 maggio presso il centro fieristico “Le Cimiere” – che qualcuno ricorderà per essere anche la sede dell’Etnacomics, la fiera del fumetto più importante della Sicilia – si è tenuto il Catania Bookfestival, che arriva quest’anno alla sua terza edizione. Lanterna è stata presente il 7 maggio assistendo a incontri e sbirciando fra gli stand di una fiera semplice, minimale e forse per questo più umana e a misura d’uomo.
Non sono mancati grandi nomi alla manifestazione: Francesca Michielin forse quella che ha attratto molto i giovani, non a caso la presentazione del suo libro è avvenuta il 7 maggio alle 18.30. La cantante scrive Il cuore è un organo edito da Mondadori, ma per quanto altisonante il suo nome non è questo il pregio principale del Catania Bookfestival. Colpisce, infatti, la grande attenzione data al locale e all’universo siciliano. Probabilmente per una persona che non conosce Catania e magari neppure la Sicilia è a dir poco interessante un universo simile. I libri che trattano di piccole cose di una Sicilia sconosciuta, a tratti macabra, esoterica e affascinante. Allora per i siciliani doc si recuperano i ricordi più sepolti e per i novizi se ne creano di nuovi e impossibili da scacciare.
Di ricordi tratta αἰών (Aion) – riaffiorare dall’oblio, l’ultimo romanzo di Fabio Privitera edito da Edizioni Effetto, che abbiamo intervistato. L’autore ha spiegato come Aion significhi in greco forza vitale e eternità, fa riferimento a un universo particolare in cui i ricordi riaffiorano lentamente, ma possono anche materializzarsi proprio in carne e ossa. Privitera ha spiegato di aver attinto ai suoi studi di neuropsicologia per riflettere sulla memoria episodica, ma anche alla filosofia di Platone per mostrare come – in maniera simile al mito della caverna – di fronte all’uomo sovente si manifesti una realtà che non è quella che pensava. Si ispira anche a una canzone che ha composto ispirandosi a Franco Battiato, di cui ricorrerà a breve l’anniversario della scomparsa: si chiama Until I feel you in every drop, “Ho immaginato due fiumi che vengono dalla stessa sorgente e che infine confluiscono”, ha detto. Un romanzo fantastico – “ho voluto ripristinare questo aggettivo” – che unisce però anche tanto di psicologico.
Probabilmente è proprio all’insegna del ricordo e dell’esplorazione di sé che si muove questo Bookfestival, ricostruendo una Catania particolare per esempio nel saggio Catania: due o tre cose che so di lei di Antonio Di Grado, edito da Algra il cui stand pullula di narrativa – e non solo –locale. Ancora, il duo di Tlon riflette sulla filosofia e l’idea di metaverso, presa in prestito dai social con Facebook, proprio alla luce del ricordo di questa improvvisa folgorazione che è stata la nascita e la necessità, se non l’amore, della conoscenza (la filosofia, quindi). Presentano il libro L’alba dei nuovi dei, edito Mondadori, e loro sono Andrea Colamedici e Maura Gancitano. La riflessione sul cibo e sulla cultura del vino non manca con Custodi del vino di Laura Donadoni, una delle donne del Bookfestival in un’ottica di inclusività di genere a cui si è prestata molta attenzione, dedicandovi anche un incontro.
Il fiore all’occhiello è infatti la cura per i diritti umani: è presente l’Arcigay, c’è anche Amnesty International che ci invita a firmare i suoi appelli e condivide spille e gadget con chi passa di là. Sembra che il fil rouge di questa fiera siano stati non solo i ricordi, ma anche il mito, la semplicità, la terra, la natura, l’humus più semplice, interessante e integrante. Questi sono solo alcuni dei brevi intensi momenti condivisi con autori ed editori al Bookfestival di Catania, uno sprazzo di un’esperienza che consigliamo a tutti di vivere.