Quello che sta succedendo a Kabul, in Afghanistan, in queste ore per mano dei Talebani è il fallimento dell’Occidente tutto, UE e USA, e della NATO.
Incapaci di prevenire eventi simili, approcciando la lotta al terrorismo e alla radicalizzazione islamico sunnita in modo effimero e senza uno straccio di programmazione.
In questo evento, l’esercito americano ha attivato i protocolli di liberazione della regione per le truppe a stelle e strisce, una manovra insolita per l’Afganistan che “gode” di una storia pesante e piena di conflitti recenti.
Di certo la situazione rimane grave e non gestita, probabilmente perché presa sottogamba e con un pizzico di lassismo. Le agenzie di intelligence internazionali fra le più operative, e questo è noto a tutti, hanno reti attive sul territorio da decenni. Possibile non abbiano previsto un’invasione di tale mole? In 20 ore si sono persi 20 anni di libertà, della regione afgana. Smantellando qualsiasi tipo di ombra positiva (e negativa) occidentale e rifondando un regime in cui vige la sharia, la legge islamica, applicata nel modo più estremo del termine da parte dei sunniti.
Il cui capo ha tutt’ora un profilo twitter molto attivo dove si è vantato della conquista di Kabul:
https://twitter.com/zabehulah_m33?s=21
Rimane imbarazzante il silenzio americano ed internazionale.
Chi non lo capisce è in malafede o ha interesse a far prosperare l’orgoglio islamico sunnita. Condannarlo non è e non deve essere un taboo.
Il pensiero della comunità italiana sta pervadendo i social network, per tutte quelle donne, usate come bottino di guerra, dai Talebani a Kabul, piegate dalla paura e dall’estremismo islamico.
La solidarietà è d’obbligo, come lo è un’attenta ma anche tempestiva controffensiva. Perché il prezzo più alto lo stanno pagando i cittadini afgani per una mancanza di protezione estera. Perché la libertà, se vuole essere garantita, non può essere ad intermittenza.
