I rubli e il PCI, la storica testimonianza di Craxi

Oggi si indaga sui soldi che la Lega ha, forse, percepito dalla Russia, una questione che, per chi conosce qualche notizia giornalistica non rivelata ai più, è risaputa per filo e per segno da almeno 4 mesi. È doveroso (non giusto, doveroso, due cose diverse) che qualora si abbia notitia criminis si apra un fascicolo, lo prevede la legge. Nella speranza si faccia chiarezza.

Fa ridere però che la Sinistra, sulle orme del PCI (antenato storico di tutte le targhette di sinistra odierne), faccia un processo prima di uno, eventuale e reale, che ad oggi é pura ipotesi.

Fa ridere perché il PCI venne foraggiato dall’URSS per destabilizzare per buoni 50 anni la politica e la società italiana, uscendo indenne dal fango creato, con un’unica vittima celebre: questo gigante della politica qui sotto, che fu realmente sovranista e che cercò di fare – al netto degli errori – gli interessi del Paese.

Un gigante le cui parole, pronunciate con freddezza e compostezza, misero paura, cogliendo l’attenzione della folla e denunciando un sistema del quale tutti, da Napolitano e Togliatti a Occhetto e D’Alema, erano a conoscenza.

Quell’altro, con toga, calvizia in fieri e portamento da Masaniello, invece, é Totó Di Pietro, ennesimo rappresentante della magistratura non politicizzata, che dimostrerà la sua estraneità alla politica non fondando l’Italia dei Valori e non demonizzando Silvio Berlusconi.

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