I postumi del voto alle amministrative

In balia delle amministrative ormai passate, da un lato l’agenda della maggioranza sarà ricca di appuntamenti spinosi, di quelli che possibilmente preferiremmo, ma soprattutto preferirebbero, eludere o delegare, dall’altro l’agenda dell’opposizione è paragonabile al diario di un bambino delle scuole elementari nel mese di giugno: senza programmazione, senza appuntamenti di evidente importanza, senza priorità.

Due fasi ardue che possono racchiudersi in altrettante valutazioni critiche. 

Laddove la vittoria, abbastanza prevedibile, alle amministrative della maggioranza ha comunque messo in risalto qualche aspetto negativo, come la coesistenza non sempre attuabile dei tre partiti principali in diverse realtà importanti, in realtà la vera sfida, le Europee 2024, inevitabilmente impone la necessità di raggiungere un risultato significativo per sancire la vittoria della compagine governativa, che diversamente aprirebbe a qualche spaccatura e all’interruzione del clima fiabesco di felicità e lieto fine che tutti cercano di ostentare. Più che la competizione elettorale la vera sfida oltretutto sarà trovare, o ritrovare, la quadra interna.

Può dormire sonni tranquilli in ogni caso la maggioranza di governo perché le opposizioni tacitamente e, verrebbe da dire, consensualmente, stanno spianando la strada verso una vittoria che non implichi grattacapi all’asse destra-centro. Un’opposizione non in grado non solo di rialzare la testa, ma anche di provarci. Si palesa la mancanza carismatica, ai minimi storici comunicativi, di una classe dirigente, in particolare dei principali partiti di opposizione, che evidentemente prima di poter affrontare e sconfiggere gli avversari esterni deve fare conto con i mostri interni. Ça va sans dire, addossare le colpe delle ultime amministrative, soprattutto in casa PD viste le tempistiche di insediamento, alla nuova segreteria è poco onesto intellettualmente, piuttosto si tratta di una valutazione che serve a mettere in risalto una politica non in grado di abbassarsi o elevarsi, dipende dai punti di vista, ad un’attività che implichi divulgazione ed interventi diretti con l’elettorato, in sostanza parlare alla gente e tra la gente. È palese la difficoltà con cui ad oggi il Partito Democratico non riesca ad affrontare la realtà e argomentare con i cittadini sul territorio. Non incline a tematiche semplici e concrete, un continuo richiamo all’apologia o comunque a principi esageratamente ideologici e filosofici non ripagano in campo pratico.

È altrettanto palese come l’altra forza principale di opposizione, il M5S, invece non si sia mai sradicata da questa attività e probabilmente abbia iniziato a stancare e non convincere più i sostenitori soprattutto in campo locale. Non è concepibile pensare che le mancanze dei due gruppi si colmino con fantasiose ed improbabili alleanze elettorali. 

Un calendario apparentemente tranquillo, come spesso accade d’estate, l’attività parlamentare allenterà l’attenzione sui lavori d’aula e si riverserà su piani, strategie e buoni propositi per settembre con un occhio di riguardo a giugno 2024. Lo strascico delle elezioni porterà con sé una vittoria da consolidare per la maggioranza e la possibilità/necessità di riscatto per le opposizioni.
Il segnale di allerta è lanciato, starà ai protagonisti farne tesoro.

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