Nel Museo dell’Ara Pacis di Roma fino al 10 marzo 2024 sarà possibile visitare la mostra «Helmut Newton. Legacy», una retrospettiva su Helmut Newton, ideata per celebrare il centenario del celebre fotografo (Berlino, 1920 – Los Angeles, 2004) e che è stata posticipata a causa della pandemia.
L’esposizione, curata da Matthias Harder (direttore della Helmut Newton Foundation) e da Denis Curti (direttore artistico di Le Stanze della Fotografia di Venezia) è composta da 250 fotografie, riviste e documenti che permettono allo spettatore di comprendere il punto di vista (o, meglio ancora, di sguardo) di Newton. La tappa capitolina della mostra è inoltre caratterizzata dalla la presenza di undici foto rese riconoscibili dal punto di vista tattile, oltre che attraverso un’audioguida, alle persone non vedenti.
«La mostra si muove su tre traiettorie principali che sono la moda, il ritratto e il nudo»: così il curatore Denis Curti descrive i temi-cardine dell’esposizione, che si articola in sei capitoli cronologici, che corrispondono a sei decenni di una longeva carriera fotografica: si inizianegli anni Quaranta in Australia per poi proseguire negli anni Cinquanta in Europa, nei Sessanta in Francia, nei Settanta negli Stati Uniti e negli Ottanta tra Monte Carlo e Los Angeles, fino ad arrivare ai numerosi servizi in giro per il mondo degli anni Novanta.
Visitando la mostra lo spettatore ha dunque la possibilità di immergersi nel nucleo vitale del processo creativo di Helmunt Newton e di scoprire i retroscena di immagini iconiche, che sono entrate a far parte dell’immaginario visivo. È il caso dell’innovativa serie “Naked and Dressed”, pubblicata da Newton nel 1981, che appare nelle edizioni italiana e francese di Vogue e successivamente nei suoi libri. Il concetto visivo alla base dei dittici è destinato a rivoluzionare la fotografia di moda e consiste nel far posare, le une accanto alle altre, le modelle nude e vestite. L’intento è quello di raffigurare, attraverso l’immagine fotografica, il nuovo ruolo culturale e sociale che la donna stava iniziando ad assumere in quegli anni, e al contempo rendere omaggio a un precedente illustre nella storia dell’arte europea: si tratta della coppia formata dalla Maja desnuda e dalla Maja vestida, i due celebri dipinti realizzati da Francisco Goya dal 1797 al 1800 ed esposti al Museo del Prado a Madrid.
Particolare importanza all’interno della mostra riveste il prolifico rapporto di Helmunt Newton con il mondo della moda, come dimostrano gli scatti dedicati alle creazioni dello stilista André Courrèges, realizzati per la rivista britannica Queen nel 1964, e le collaborazioni con personalità del calibro di Yves Saint Laurent e Chanel.
Sono inoltre presenti servizi fotografici a metà tra la moda e il cinema, come quelli ispirati ai film di Alfred Hitchcock, Francois Truffaut e Federico Fellini: non si tratta solo di scatti fotografici, ma di vere e proprie storie raccontate attraverso l’arte di rappresentare i dettagli dalle prospettive più impensate.
Lo spazio museale dell’Ara Pacis, inoltre, accoglie in esclusiva una decina di fotografie che Newton ha scattato a Roma e che non erano presenti nelle esposizioni precedenti: si tratta di scatti di moda che il fotografo ha realizzato attraverso la creazione di veri e propri quadri che rendono omaggio alla Capitale, unendo il fascino dell’atmosfera e del luogo a quello dei soggetti scelti per incarnare la sua visione della città.