di Elisa Fagiolo e Marco Scandamarro
In partnership con Spazio Possibile – Psicologia
Da psicologi ci siamo soffermati a riflettere sull’impatto che la guerra tra Ucraina e Russia sta avendo e avrà sulla salute mentale dei bambini.
Già prima del 2014 la conflittualità dei due stati ha comportato conseguenze dirette con la migrazione di famiglie o componenti di nuclei familiari dall’Ucraina verso paesi confinanti o nell’Europa occidentale.
Di fatti, quasi un terzo della popolazione ucraina secondo i dati raccolti ha o ha avuto nella cerchia familiare esperienza di congiunti emigrati all’estero (Tolstokorova, 2015).
Questo fenomeno ha comportato una disgregazione delle famiglie con una vera e propria trasformazione delle relazioni tra i familiari divisi da ideologie o geograficamente.
Il parlamento ucraino ha provato a rispondere a questa emergenza con l’analisi di un disegno di legge, nel 2008, relativa alla protezione dei left-behind children (minorenni rimasti senza figure genitoriali e affidati alla tutela di parenti), la procedura fu però respinta.
All’interno di un contesto sociale già in gran parte frammentato e coinvolto da anni in un conflitto con la vicina Russia, l’Ucraina da 55 giorni affronta lo scenario di guerra.
Al 26 marzo 2022, sono morti circa 136 bambini e 199 sono rimasti feriti a causa dell’uso di armi anche sulla popolazione civile e sulle strutture sanitarie del Paese. Inoltre, milioni di minorenni sono scappati dalle loro case cercando rifugio nei paesi limitrofi.
La fuga in un posto maggiormente sicuro ha inevitabilmente determinato la separazione dalle loro famiglie, soprattutto dai padri e in alcuni casi anche dalle madri (The Lancet, 2022).
Save the Children ha riferito che anche i bambini trasferiti in sicurezza stanno affrontando problemi di ordine pratico. Come la mancanza di cibo e di cure primarie, poiché impegnati nell’emergenza si trascura l’importanza della salute sia fisica che mentale.
Per questo, l’OMS ha chiesto il rispetto del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani: “Il numero di civili, compresi i bambini, che muoiono a causa dell’offensiva militare in Ucraina continua ad aumentare. Questo deve finire. La protezione dei civili deve essere la priorità numero uno” (The Lancet, 2022).
Dapprima la disgregazione dei nuclei familiari, successivamente lo scontro armato, la fuga in posti sicuri e la migrazione in luoghi lontani rappresenta l’attuale quotidianità dei bambini ucraini.
L’esposizione prolungata della situazione odierna rischia di creare una routine emergenziale e, conseguentemente, allontanare la possibilità di prendersi cura degli effetti collaterali che la guerra comporta.