La guerra è cambiata, è un gioco di potere. Non si combatte più sul campo di battaglia, ma su quello delle idee e della percezione. Colpisce la mente e scalfisce il cuore delle persone. Il nemico non è più solo un’altra nazione, ma un’idea. Risulta sempre più facile colpire l’idea di quella che è la democrazia attuale, della nostra libertà e del progresso tecnologico in cui viviamo. È facile colpire l’idea che fa pensare che il mondo possa essere un posto migliore.
La guerra ucraina ne è un palese esempio di guerra ibrida: si combatte sì sul campo di battaglia, ma sono forti i colpi da attutire con le parole. Presidenti delle due fazioni, alleati e non alleati, Paesi neutrali e fortemente convinti del loro schieramento. Nessuno sopravvive alla nuova guerra.
La guerra è cambiata, non è più un evento circoscritto ad un luogo e ad un tempo. È pur vero, ad esempio, che la guerra russo – ucraina si combatte nei territori ucraini principalmente, ma l’impatto che sta avendo in questi anni è stato mondiale. Tutti hanno risentito della crisi ucraina, l’odio (in)fondato è straripato dai confini inondando l’intero emisfero terrestre.
Viviamo in un mondo sempre più interconnesso, dove le informazioni viaggiano alla velocità della luce e influenzano le opinioni, i comportamenti delle persone, fino ad indebolire la loro capacità di resistere a questa tentazione. Disinformazione, propaganda e idee radicali sono i tre pilastri fondamentali su cui si basa la guerra ibrida, portando alla divisione e al caos all’interno della società.
Guerra russo – ucraina: la prima forma di guerra ibrida.
Sin dall’inizio del conflitto, le regole del “gioco” non sono mai state del tutto chiare. Infatti, il conflitto è sempre stato caratterizzato da una combinazione di azioni militari tradizionali – come l’invasione del territorio ucraino – e di azioni non militari – come la guerra cibernetica, psicologica e propagandistica da entrambe le fazioni. Il bene e il male che si alternano continuamente nell’arena dei combattimenti.
Non solo azioni, ma anche gli attori la rendono una guerra ibrida: i protagonisti Russia e Ucraina e i loro alleati. Gli USA e gli alleati occidentali che forniscono armi e aiuti finanziari all’Ucraina, la Cina e i Paesi mediorientali che supportano la Russia politicamente e finanziariamente dopo il crollo imposto dall’Occidente.
Infine, ma non per importanza, l’impatto di questa guerra che va oltre il confine russo – ucraino, ovvero la destabilizzazione dell’Europa orientale e la sicurezza globale. Ad esempio, la Russia ha condotto attacchi cibernetici contro infrastrutture ucraine, come la rete elettrica e i sistemi di difesa. Per non parlare di attacchi sospetti in tutta Europa ai sistemi di trasporto.
La Russia è stata la prima in questo conflitto a diffondere disinformazione e propaganda per destabilizzare il governo ucraino accusato di praticare il Nazismo. A difesa di questa teoria, ha utilizzato mercenari e gruppi separatisti per sostenere le sue forze armate.
La guerra ibrida presentata da Pietrobon.
Emanuel Pietrobon, analista geopolitico, ha presentato e discusso di questa nuova forma di guerra che sta già mettendo in ginocchio i nostri sistemi democratici nel suo Machiavelli Dossier.
Il dossier, realizzato grazie al sostegno della Augustus Foundation, è stato presentato presso la Camera dei Deputati, nella Sala Stampa di Palazzo Montecitorio, lunedì 25 settembre 2023 alle ore 18.00.
All’evento sono intervenuti il Generale Carmine Masiello – Sottocapo di Stato Maggiore della Difesa – e Daniele Scalea – Presidente del Centro Studi Machiavelli. È risultato un fondamentale punto di partenza per comprendere che cosa sia la guerra cognitiva e quali sono le strategie che si usano per metterle in atto.
La guerra cognitiva è, ormai, una realtà che non possiamo più ignorare. Dobbiamo imparare a difenderci da questa minaccia o, per lo meno, riconoscerne i segnali.