Il concetto di Green Economy, che il dizionario definisce come “modello teorico di sviluppo economico che prende in considerazione l’attività produttiva valutandone sia i benefici derivanti dalla crescita, sia l’impatto ambientale provocato dall’attività di trasformazione delle materie prime”, è stato introdotto per la prima volta negli anni 70 e ruota intorno al termine “sostenibilità”, ossia all’uso che si fa delle risorse create dalla terra e al mantenimento del suo ecosistema. Questo tema è diventato importante solo relativamente di recente, ma è dalla sua comparsa che scienziati ed ecologisti cercano d’incentivare e di sollecitare i grandi industriali (ma anche i privati cittadini e le istituzioni pubbliche) ad investire su di esso al fine di creare una società che riesca a vivere in simbiosi con la natura, senza sfruttarla eccessivamente, senza danneggiarla irreversibilmente a causa delle emissioni di CO2 e senza alterarne il ritmo biofisico del pianeta e quello delle biodiversità che lo abitano esattamente come noi essere umani.
Nonostante però gli sforzi continui della comunità scientifica in primis e delle associazioni ambientaliste poi, solo negli ultimi anni l’uomo sta integrando nella sua vita il concetto di “Green” e gli sforzi fatti per ora non sono sufficienti ad arrestare quella che, ad oggi, è la peggiore “crisi” ambientale della storia dell’umanità. Oltre ai classici metodi di risparmio energetico e riciclo di materie, ciò che nell’ultimo ventennio ha focalizzato l’attenzione degli esperti è sicuramente l’utilizzo dei combustibili fossili, a partire dalla loro estrazione, con casi di disastri ambientali sfiorati e altri invece che, una volta realizzatisi, hanno messo in pericolo interi ecosistemi, e l’eccessivo utilizzo di energia elettrica.
Per far fronte a questi problemi, nel corso degli anni sono state introdotte tecnologie in grado di ridurre le emissioni durante la produzione dei carburanti, come dimostrato in una sere di spot di pubblicità/progresso trasmessi in televisione da Eni, la quale ha avviato un programma di riultilizzo degli oli esausti delle attività commerciali della città di Venezia per produrre bio-carburanti, trasformando la raffineria di Venezia nella prima Bio-raffineria in Italia, seguita poi da quella di Gela.
Inoltre, dal 2021 la capacità di produzione verrà ampliata, permettendo lo smaltimento di una quantità di oli vegetali sempre maggiori, evitando sprechi inutili e spese altrettanto superflue per il loro smaltimento. Simultaneamente, molte metropoli e altrettante zone in cui sono presenti poli industriali stanno sostituendo i mezzi di trasporto pubblici con altri a minor impatto ambientale, perché negli ultimi 30 anni l’aumento dei pm si è registrato regolarmente e con preoccupanti tassi di crescita.
Nonostante gli innumerevoli vantaggi che questo tipo di economia può portare, è altrettanto importante affrontare il discorso riguardante le spese di ammodernamento, che in questo contesto sono maggiori di quelle standard per via dei costi di produzione dei materiali eco-compatibili. Ma, una volta superata la spesa iniziale, i vantaggi a lungo termine saranno importantissimi, con tagli nel pagamento di tasse ed utenze e la riduzione delle emissioni di CO2 nell’aria. Per affrontare queste ingenti, ma necessarie, spese gli stessi Stati (ma anche la comunità Europea) stanno finanziando con bandi i privati cittadini e le aziende all’acquisto di pannelli fotovoltaici e altre soluzioni ecosostenibili. In Italia, per esempio, Legambiente è molto attiva a riguardo e, da qualche anno, ha avviato una campagna al fine di incentivare le persone ad adottare un’agricoltura di tipo moderno, sostenibile e ad un ridotto impatto ambientale, riducendo gli sprechi di risorse naturali (acqua su tutte) e ottimizzando i metodi di coltivazione.
Nonostante gli enormi progressi che annualmente si fanno in campo scientifico ed industriale, forse è arrivato il momento di concentrare gli sforzi sul cercare un nuovo punto di avvio della produzione industriale, un punto che tenga in considerazione la natura e che non l’alteri in maniera irreversibile; ovviamente tutto questo non sarà assolutamente possibile senza l’aiuto delle istituzioni e al buon senso delle persone, perché è solo grazie alla collaborazione di tutti se un giorno potremmo continuare a vivere sul nostro caro Pianeta.