Gocce di Laboccetta: l’importanza del rimboscamento dei mangrovieti, l’esempio del Senegal

Nelle radici, la salvezza: la gentile e generosa forza delle mangrovie

Un dedalo di rami, labirintiche radici che si uniscono, si intrecciano in un abbraccio che accarezza l’acqua salmastra, così si presentano ai nostri occhi le mangrovie.

Definirle meramente piante sarebbe ingeneroso ed ingiustamente riduttivo, le mangrovie sono un vero e proprio ecosistema. 

Danzano cullate dal ritmo delle maree, incuranti – forse – di quanto siano essenziali alla vita del nostro ecosistema. Sono infatti in grado di assorbire l’anidride carbonica (CO2) inglobandola nella loro biomassa e contribuendo a ridurre sensibilmente i gas serra, tra i primi responsabili del surriscaldamento globale. Le mangrovie prosperano in ambienti marini, splendide quelle del delta del Sine Saloum. 

Siamo in Senegal, in Africa occidentale, il parco nazionale del Sine Saloum è il secondo più grande del Paese, con una estensione di circa 76 mila ettari, habitat naturale di una copiosa presenza di mangrovie. 

Collaborare con i governi per proteggere la biodiversità, rappresenta uno dei modi più concreti per contrastare, i danni causati dai cambiamenti climatici. 

L’azione antropica legata alla risicoltura, all’acquacoltura, ad un selvaggio disboscamento attuo a trasformare le foreste di mangrovie in saline, assieme a fenomeni naturali causati dal cambiamento climatico, quali l’innalzamento del livello del mare e violente inondazioni minacciano gravemente l’esistenza delle mangrovie.

In un solo decennio si stima la perdita tra il 35 e le 97 miglia quadrate di foreste di mangrovie all’anno.

Grazie ai progetti di alcune organizzazioni internazionali, le popolazioni rurali sono impegnate attivamente nel rimboscamento delle mangrovie che costeggiano il mare, innescando così molteplici azioni positive come proteggere la vita marina e le coste dall’erosione. Le radici delle mangrovie formano infatti una sorta di barriera che ostacola e rallenta fenomeni ambientali quali le maree, il vento, responsabili dell’erosione delle coste.  Proteggono le coltivazioni antistanti poiché sono in grado di assorbire e filtrare il sale che viene secreto da alcune ghiandole presenti nelle foglie, dove poi si formano dei piccoli cristalli. Dalla loro corteccia e in parte dalle foglie, si estrae una sostanza che conferisce ai prodotti conciati di un colore rosso scuro.

La generosità delle mangrovie però, non termina qui. Le loro imponenti ed elaborate radici ospitano numerose forme di vita, tra cui uccelli, insetti, ostriche ed api. 

Le ostriche si nascondono tra i rami delle mangrovie, per anni le comunità locali si sono dedicate alla ostricoltura tagliando i rami e utilizzandoli come mezzo di combustione e di costruzione, senza preservare però la pianta.

Oggi, grazie a preziosi insegnamenti, l’ecosistema viene protetto e le ostriche sono raccolte a mano senza tagliare i rami.

Alle laboriose api si deve invece il delizioso miele di mangrovie, noto anche come miele di palétuvier, altro nome della specie di mangrovia senegalese, la Rizophora africana, molto apprezzato sia dalla popolazione locale che dai turisti che visitano questo splendido angolo africano.

Il fine primario rimane il sostentamento dei piccoli gruppi di tribù locali, così, ben consci del potenziale del miele di mangrovie per sviluppare il settore agricolo senegalese, alcuni gruppi di agricoltori sono stati formati perché’ apprendessero le tecniche dell’apicoltura.

Dapprima si costruiscono gli alveari, successivamente si inseriscono nelle mangrovie per favorire il riparo delle api, fondamentali nel mantenere la biodiversità. 

Per raccogliere il nettare degli dèi, gli apicoltori affumicano la zona per spaventare e far allontanare le api. Il miele, di colore chiaro, viene setacciato, filtrato tramite uno spesso tessuto che trattiene le impurità ed infine viene confezionato.

Il prezzo a volte raggiunge i 4.000 franchi CFA (7,14 dollari statunitensi) per chilogrammo. Benché la produzione raggiunga annualmente, quasi 800 chilogrammi, spesso non si riesce a soddisfare il mercato perché la domanda è alta. 

Questo contribuisce sostanzialmente al rilancio dell’economia locale, in particolare coinvolge le donne rurali che rappresentano quasi il 70% della forza lavoro del Senegal e producono l’80% del cibo del paese.

Apicoltura, allevamento di ostriche stanno apportando enormi benefici alle comunità locali e all’ecosistema delle mangrovie. I posti di lavoro sono aumentati evitando a molti giovani la migrazione e con i profitti generati dalle vendite le famiglie possono iscrivere i propri figli a scuola, garantendo loro un’adeguata istruzione.

Continuate a danzare al ritmo dettato dalle sinuose onde nelle maree, mangrovie, la natura vi è grata.

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