Fugit irreparabile tempus scriveva Virgilio in un verso delle Georgiche. Fugge irreparabilmente il tempo. A scandirlo ed a segnarlo, il sole, la luna, orologi biologici od orologi inventati dall’uomo, strumenti che ne misurano lo scorrere con puntuali lancette o con cifre su display. Gli artisti e ambientalisti Gan Golan e Andrew Boyd hanno ideato un Climate Clock, un orologio climatico, le cui lancette virtuali si muovono inesorabilmente e segnano il tempo che manca al nostro pianeta prima che entri in un’irreversibile emergenza climatica.
Un triste conto alla rovescia, proiettato su un grattacielo a Manhattan, New York. Sette anni.. un battito di ciglia.. TIC TAC TIC TAC..Filosoficamente il tempo è forse solo percezione ma non in questa lotta contro il climate change, una battaglia che interessa tutti ed i cui effetti – specie quelli più devastanti – sono ben percepiti da tutti gli esseri viventi.
L’Organizzazione delle Nazioni Unite – nelle più recenti stime effettuate sui cambiamenti climatici – rende noto che in assenza di interventi efficaci entro il primo gennaio 2028, le temperature della Terra aumenteranno di 1,5 gradi Celsius.
Tra le nefaste conseguenze i ghiacciai che continueranno a sciogliersi e che porteranno ad un innalzamento del livello del mare. Isole e città saranno sommerse dall’acqua e vi saranno migrazioni senza precedenti. Per bloccare il riscaldamento globale occorre ridurre le emissioni di gas serra e raggiungere entro il 2050, l’obiettivo delle emissioni zero.
Il problema è stato creato dall’uomo e spetta a lui risolverlo. Ogni azione conta. In alternativa, solo morte e distruzione. Sette anni. TIC TAC TIC TAC.