Gli Anelli del Potere: viaggio nel mondo di J.R.R. Tolkien

Venerdì 2 settembre – anniversario di morte di J.R.R. Tolkien Amazon Prime Video ha rilasciato i primi due episodi della nuova serie TV  “Il Signore degli Anelli – gli Anelli del Potere.”

Ambientata nell’universo immaginario di Arda, ogni venerdì, la serie racconta gli avvenimenti più importanti della Seconda Era, accaduti circa tremila anni prima del famoso viaggio di Frodo nella terra di Mordor, raccontato anche nella celebre trilogia cinematografica di Peter Jackson.

La seconda era

Narrata nelle ultime sezioni de Il Silmarillion, nelle Appendici de Il Signore degli Anelli e in alcuni passaggi dei Racconti Incompiuti, la Seconda Era ha inizio dopo la sconfitta di Morgoth nella Guerra dell’Ira e si conclude con quella di Sauron nella Guerra dell’Ultima Alleanza tra gli Elfi e gli Uomini.

Tremila quattrocento anni segnati dall’ascesa e dalla caduta di Númenor, dalla presa del potere di Sauron –  il più potente dei servitori di Morgoth –  e dalla creazione dei leggendari Anelli del potere.

Questi ultimi, forgiati dai fabbri elfici dell’Eregion sotto la guida di Celebrimbor, sono oggetti dall’immenso potere magico, tramite i quali Sauron cerca di soggiogare i re di tutti i popoli: nani, elfi e uomini. 

È proprio durante quest’epoca, infatti, che a Mordor, tra le fiamme del Monte Fato, viene forgiato l’Anello del Potere, nel quale Sauron riversa molta della sua volontà e della sua forza vitale.

Nel Silmarillion, Tolkien racconta come “in segreto [l’Oscuro Signore] costruì un Unico Anello con cui dominare tutti gli altri, il cui potere era legato a questo con assoluta soggezione e destinato a durare solo quanto quello dell’anello di Sauron. Buona parte della forza e della volontà dell’Avversario fluì in esso, e ciò perché il potere degli anelli elfici era assai grande, sicché l’anello che doveva governarli non poteva che essere un oggetto di potenza senza pari. Sauron lo forgiò nella Montagna di Fuoco della Terra d’Ombra. E, a patto che avesse con sé l’Unico Anello, era al corrente di tutto ciò che si faceva per mezzo degli anelli minori, e poteva vedere e governare gli stessi pensieri di coloro che li portavano su di sé.”

In realtà, L’Oscuro Signore riesce a sottomettere al suo volere soltanto nove dei Re degli Uomini, i quali si trasformano nei terribili Nazgûl, i cavalieri oscuri al servizio del potere di Mordor.

La serie tv: pregi e difetti

Come ogni riadattamento che va a toccare l’opera di un grande maestro, anche “Gli Anelli del Potere” ha fatto discutere e dividere i fan di Tolkien.

Infatti, se da una parte possiamo riscontrare un grande lavoro fatto su costumi e ambientazioni – Khazad Dum lascia sbalorditi – dall’altra, troviamo una sceneggiatura poco solida e una semplificazione eccessiva di una storia complessa e lunga migliaia di anni. 

Semplificazione che si ritrova poi anche nell’inconsistenza di molti dialoghi tra i personaggi della serie, che perdono lo spessore e la profondità che, invece, Tolkien era maestro nel donare. 

Forse una scelta voluta, che vuol rendere l’opera letteraria fruibile al grande pubblico, anche quello che, per la prima volta, si trova a viaggiare nell’universo di Arda. 

Un pubblico formato sicuramente da molti giovani che, incuriositi dalle avventure straordinarie di elfi, nani e stregoni, auspichiamo possano avvicinarsi a Tolkien e alla sua opera straordinaria. Proprio questo potrebbe essere il più grande merito della nuova serie TV targata Amazon Prime Video.

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