L’epidemia di Coronavirus ha messo i docenti d’Italia di fronte all’evidenza che non siamo ancora pronti a gestire una didattica digitale da remoto. Sfatiamo un mito: grazie al cielo, servircene non è sempre necessario né indispensabile e insegnare in didattica digitale da remoto ha i suoi grossi svantaggi. Quando però il video live streaming diventa l’unica alternativa, c’è da prendere esempio dal governo cinese, che ha riorganizzato le attività didattiche in tempi record, coinvolgendo le tv nazionali per la scuola primaria e Hangouts, Teams e altre piattaforme simili per mettere in contatto docenti e studenti, potenziando anche i server per renderli in grado di supportare un numero altissimo di connessioni. Of course.
Anche in Italia il MIUR, preoccupato dai possibili risvolti dell’epidemia, sta correndo ai ripari: venerdì 27 febbraio sono state pubblicate sul sito due call rivolte alle case di produzione di software, per chiedere supporto e software utili; l’idea sarebbe quella di renderli gratuitamente disponibili tramite la pagina web Protocolli In Rete (https://www.istruzione.it/ProtocolliInRete/).
In alternativa, c’è anche il buon vecchio Edmodo, una applicazione già famosa tra i docenti. Edmodo permette di creare delle classi virtuali, con un sistema simile a quello di un social network protetto; dopodiché, il docente può caricare materiale audio, video, in pdf o word. Si possono perfino strutturare dei test a risposta multipla.
Se sarete tra i docenti coinvolti, cercate di approcciarvi a questa modalità di insegnamento con obiettività e con la necessaria apertura mentale. Utilizzare la didattica digitale da remoto non significa sminuire il nostro ruolo né presupporre che un giorno non saremo necessari, e nemmeno regalare il nostro tempo inutilmente.
La didattica digitale da remoto è uno strumento, come tanti altri che ci vengono offerti oggi. Come ogni strumento, sta a noi decidere che uso farne. Tenete d’occhio la pagina Protocolli In Rete, cominciate a esercitarvi con Edmodo e, intanto, tenete a mente che:
1- Se davvero le quarantene ci costringessero a ricorrere alla didattica online, significa che la situazione sarà imprevedibile. Per quanto? Dipenderà dallo scenario. Prendete la vostra programmazione e ipotizzate una riorganizzazione: la didattica digitale è uno strumento, non la panacea di ogni male, e potrebbe essere difficile per voi spiegare la trigonometria su Edmodo, soprattutto se lo fate per la prima volta senza aver chiari i vostri obiettivi.
2- Scegliendo tra i software, assicuratevi di accedere a quello che vi permette la maggiore interazione possibile con gli studenti. Chat, domande live, domande post lezione: in qualsiasi modo lo facciano, gli studenti devono avere la possibilità di chiedere chiarimenti. Sarà importante soprattutto se optate per un video classico invece che per il live streaming. Sì, siete indispensabili come interlocutori durante la lezione. Questo punto lo dimostra.
3- Riorganizzando il programma, se avete la fortuna di poter effettuare degli spostamenti tra gli argomenti da trattare, fatelo. È il momento giusto per trattare argomenti più semplici e rimandare le spiegazioni complesse al momento in cui si tornerà in classe. Va da sé che, se avete una classe quinta, siete sotto la spada di Damocle dell’esame di maturità: in questo caso, sia voi che i ragazzi farete di necessità virtú. L’esperienza della teledidattica forzata, in fondo, può essere un momento collaborativo e un’esperienza che può finire – perché no? – sul piatto della bilancia al colloquio d’esame.
4- Se girate un video, assicuratevi di farlo in una zona tranquilla della vostra casa. Ingegnatevi per sostituire la lavagna con maxi fogli di carta e pennarelli. In altre parole, cercate di ricreare l’atmosfera dell’aula scolastica, per quanto possibile.
5- Mettete al lavoro gli studenti: hanno bisogno di normalità e di una routine che ricordi il più possibile la quotidianità scolastica. Relazioni, temi, racconti, riassunti: fatevi mandare il frutto del loro lavoro (e controllate che non ci abbia messo lo zampino il dottor Google).
6- Per attivare il protocollo, è necessaria la delibera del collegio docenti. Aspettate la delibera prima di procedere, anche se siete smanettoni e avete già pronto materiale per mesi.
7- Ultimo (ma non per importanza): quello che sta succedendo in questi giorni è una eccezionale opportunità didattica. Insegnate a distinguere le notizie reali dalle fake news, spiegate come leggere un bollettino medico, parlate di deontologia professionale nel giornalismo, di titoli acchiappa-click. Approfittatene per seminare un po’ di buonsenso e senso critico.