Giorgia Meloni davanti ai giornalisti, una conferenza stampa al contrario

Proviamo a fare un gioco di immaginazione. Come sarebbe una conferenza stampa se al posto delle domande dai giornalisti ai politici fosse l’opposto? Oppure come sarebbe se le domande, già di natura semplici e mirate – come ultimamente sembra accadere in più incontri politica – stampa – fossero già preparate ad hoc? Ecco, ci siamo andati molto vicini durante la conferenza stampa di Giorgia Meloni. Come sottolineato su un giornale nazionale, questa volta le domande erano 40, cioè una a testa.

Niente seconda domanda, né quindi possibilità di ribattere. Un gioco da ragazzi, per poter abbattere le possibilità che la seconda domanda, a conferma di una risposta criticata dalla stampa, possa creare un vortice indesiderato di lungaggini. Che altro non sono, se non la prosecuzione del democratico diritto di cronaca, dove i politici lavorano – rappresentati dai cittadini – e i giornalisti analizzano, riportano, scrivono, e se necessario ribattono e verificano le risposte.

Niente seconda domanda, perché “non possiamo stare 3 ore, e non potete dire che non rispondo ai giornalisti, perché rispondo a 350 domande all’anno, quindi una al giorno” – ribatte la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, interpellata sulla vicenda. Il problema, indipendentemente dalla conferenza stampa, è un altro. Abbiamo perso il concetto di politica come ancoraggio dei cittadini, perché se i cittadini cominciano a non poter svolgere adeguatamente e sufficientemente, anche nel lavoro giornalistico, un’adeguata schermatura volta a riconoscere, analizzare e ribattere circa le condotte dei politici, forse c’è un problema.

In questa bizzarra conferenza il tema principale sembra essere stato Musk. Assolutamente prevedibile sottolineare il successo del governo sul caso Sala, ma dopo, su tasse, pensioni e lavoro sembra quasi essere calato il silenzio se non interrotto da qualche domanda in fase finale. Finché il silenzio non è stato interrotto bruscamente da una domanda:”Presidente lei calpesta le formiche? Mia nonna dice che quando le calpesta piove”. Lei:”no, non le calpesto” – esclama ridendo.

Forte anche del successo Sala, quest’anno la presidente del Consiglio è apparsa più sicura e autorevole, rispetto alla precedente conferenza dello scorso anno, in cui era più impacciata. Ossessione dei media su Musk, che ora ha catturato l’attenzione mediatica più della guerra, dei rapporti con l’Iran e dei due conflitti roventi in atto: Ucraina e Medio Oriente.

Non c’è un problema di giornalismo, allora. C’è un problema di attenzione mediatica, di attenzione sul racconto dei fatti. Se da un lato si evidenzia una scarsa tolleranza per la stampa più scomoda – e la questione va avanti da tempo – dall’altro questo palcoscenico mette in luce una cattiva gestione organizzativa della stampa, dato che più giornalisti hanno posto domande molto simili e pochissimo spazio è stato concesso a temi più indispensabili come le guerre. È insomma, il gioco del bastone e della carota, e a questo gioco i nostri governanti giocano benissimo. 

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